PALERMO – Passi lenti. Troppo lenti. L’Assemblea regionale siciliana ha approvato l’ultima legge nella notte fra il 30 aprile a l’1 maggio. A Sala d’Ercole si discuteva la Finanziaria e per darle il via libera servì una no-stop di un paio di giorni. Da quel momento non è approdato in Aula nemmeno un disegno di legge. Non è andata meglio nei mesi precedenti quando a passare il vaglio della maggioranza sono state pochissime leggi. Nel dettaglio si tratta della legge per il riordino delle Province, che di fatto però rinvia ad una norma successiva da approvare, e la doppia preferenza di genere, andata a battesimo in occasione delle ultime elezioni amministrative. Un tema, quello dello stallo dell’Assemblea, che oggi ha fatto registrare un indiretto botta e risposta tra il presidente della Regione e quello dell’Ars.
Non è un caso se proprio oggi Rosario Crocetta si è lamentato pubblicamente dell’operato dell’Ars. “Lo stallo legislativo? Sta nel merito. Se mando una legge contro la corruzione il 12 dicembre e ancora non è stata esaminata, e la sola nel mese di dicembre, non è che c’è un problema di stallo all’Ars, il problema è che alcune leggi non le vogliono”. Al netto del disegno di legge numero 51, cui si riferisce il governatore, è però un dato che l’Assemblea fatichi a alzare il proprio livello di produttività. Crocetta però insiste, e torna sul ddl che riguarda trasparenza e incompatibilità. “Leggi come quelle che propongo io sono ‘pesantucce’. Il problema è il merito alle leggi. Una legge del genere segna l’incompatibilità e perfino l’ineleggibilità quando si hanno affari con la Regione. In pratica chi decide di fare il parlamentare regionale, il presidente della Regione o l’assessore deve decidere se fa gli affari o la politica”.
Una pacata replica arriva in serata con una nota di Giovanni Ardizzone. Il presidente dell’Ars scrive: “Apprendo con favore che il Governo regionale ha finalmente approvato una manovra di assestamento di bilancio, che speriamo possa dare serenità sulla tenuta degli equilibri. Mi auguro che adesso il Governo, nella prossima Conferenza dei capigruppo – dice Ardizzone -, già convocata per mercoledì prossimo, voglia indicare le priorità legislative. Finora, infatti, le priorità evidenziate dal Governo, in Conferenza dei capigruppo, hanno riguardato soltanto i disegni di legge sulla preferenza di genere e la soppressione delle Province regionali”. Insomma, dallo scranno più alto di Sala d’Ercole si rispediscono le accuse al mittente. E’ il governo che fin qui non ha dato altri impulsi all’Assemblea.
Ma cosa prevede nel dettaglio il ddl presentato il 19 dicembre scorso dal governo? All’articolo 1 si parla innanzi tutto dell’incompatibilità con la carica di deputato regionale “per chi ha parenti di primo o secondo grado che hanno con la Regione contratti di appalti o concessione di lavori, forniture o servizi, oppure godano di contributi, sussidi o garanzie a qualsiasi titolo da parte della Regione”. Lo stesso vale per i componenti della giunta regionale.
Al secondo articolo del testo invece è in evidenza il divieto per l’Amministrazione regionale di “affidare appalti, concessioni di lavori, forniture di beni e servizi anche attraverso convenzioni, contributi, sussidi o garanzie a qualsiasi titolo” a parenti di deputati regionali, componenti della giunta o dirigenti generali. Due facce della stessa medaglia. Norme che comunque toccano alcuni gangli particolarmente sensibili della maggioranza in sella a Palazzo dei Normanni, in particolare nel loro rapporto con la formazione professionale. Non è un caso che Crocetta ribadisca lo stallo del suo disegno di legge il giorno dopo gli avvisi di garanzia per il parlamentare nazionale Francantonio Genovese e per il deputato regionale Franco Rinaldi, entrambi del Partito democratico.
Il disegno di legge arriverà martedì in commissione. Lo conferma anche Marco Forzese: “Verrà discusso martedì alle ore 11 – rassicura il presidente della commissione Affari istituzionali – e intanto sto preparando anche un altro ddl anticorruzione”. Il deputato dei Democratici riformisti aveva annunciato già nei giorni scorsi la sua intenzione di portare in Aula un testo con norme più stringenti di quelle attuali. “Con il presidente Crocetta – prosegue Forzese – abbiamo concordato un percorso legislativo che preveda presto l’esame del ddl anticorruzione che conterrà misure chiare per mettere al riparo la pubblica amministrazione e i fondi europei da una cattiva gestione”. Prima di definire il testo lo stesso Forzese incontrerà il questore di Palermo Nicola Zito per concordare possibili misure aggiuntive rispetto a quelle previste. A dare manforte alle intenzioni di Crocetta e Forzese è il capogruppo del Pd a Sala d’Ercole. “Ritengo che il disegno di legge anticorruzione proposto dal governo regionale debba avere una corsia preferenziale all’Ars”, dice Baldo Gucciardi.
In calendario poi ci sono il nuovo testo che definirà nel dettaglio il riordino dei liberi consorzi di comuni e quello sulla disciplina dell’acqua dopo il referendum dello scorso anno. Entrambi dovrebbero approdare a Palazzo dei Normanni prima della pausa estiva.