PALERMO – Se ne riparlerà alla ripresa dopo le ferie agostane. E, c’è da scommetterci, il dibattito sulle Province riserverà tensioni non da poco. Entro il 31 dicembre va approvata all’Ars la legge che istituirà i consorzi di comuni che prenderanno il posto delle province. Si tratta ancora di un contenitore vuoto, tutto da riempire. E per non arrivare all’ultimo momento, alla fine della scorsa settimana il Movimento 5 Stelle ha invitato a Caltanissetta i capigruppo degli altri partiti proprio per fare il punto sul futuro delle province. Un confronto da cui è emerso un inedito asse 5 Stelle-Pdl, che concordano su una questione centrale, e delicatissima, della riforma. E cioè che il numero di consorzi che andrà a nascere non deve essere superiore a quello delle province che si mandano in pensione. “I liberi consorzi saranno nove, e saranno aderenti agli attuali assetti di contiguità territoriale tra i capoluoghi ed i relativi comuni. Fuori discussione la creazione di consorzi quali quello di Gela, Messina o ancora di atri carrozzoni”, ha detto Giancarlo Cancelleri, citato da fonti locali. E sul punto c’è la piena sintonia del capogruppo del Pdl Nino D’Asero: “E’ la nostra posizione. E devo dire che anche il Pd e l’Udc cominciano a guardarla con interesse”.
È questo uno dei punti deboli della riforma. Il rischio che alle nove province si sostituiscano magari una ventina di consorzi, moltiplicando così centri di potere e forse anche costi. Ma l’uscita di Cancelleri ha subito acceso la polemica in provincia, riaccendendo la sempiterna querelle tra Caltanissetta e Gela. Sul sito gelese Visione di oggi, l’ex deputato regionale Miguel Donegani promette battaglia: “Al cittadino-portavoce Cancelleri, il quale avrebbe peraltro affermato che di altri consorzi non se ne parla nemmeno e che Gela, dunque, se lo può scordare di ambire a comune capoluogo in quello che si rivelerebbe un altro carrozzone, va detto che lui sì che se lo può scordare che nell’eventuale consorzio di comuni di Caltanissetta, Gela accetti di farne parte con un ruolo ancora subalterno”.
Al di là delle beghe da campanile, il capitolo Province presenta una serie di criticità. “Da Caltanissetta abbiamo lanciato un grido di allarme – dice D’Asero -. C’è un momento di emergenza, e non solo per il rischio che calino i trasferimenti. Penso al commissario della Provincia di Trapani che come primo atto ha deliberato di dismettere tutte le partecipazioni azionarie della Provincia. Su questo ho preparato una mozione per dare un indirizzo unico ai commissari. Che non sono lì a fare i liquidatori ma devono anche pensare al futuro”.
Ma il Pdl è pronto a rilanciare.E sempre nell’ottica di una razionalizzazione della spesa relativa agli enti locali, prepara un ulteriore disegno di legge sui piccoli comuni. “L’idea – spiega il capogruppo D’Asero – è quella di riunirne quattro o cinque, creando una specie di direttorio con rappresentanti eletti da ognuno, eliminando el singole giunte. Questo permetterebbe grandi risparmi non solo sulla politica ma anche sulla burocrazia. Non ci sarebbe più un segretario comunale o un capo dei vigili urbani per ogni comune, tanto per fare un esempio. Potranno esserci delle resistenze, ma è un’esigenza, è nei fatti, e non si può più mantenere lo status quo”.