PALERMO – La “vittoria complessiva” del centrodestra alle elezioni provinciali non è in discussione, “ma il dato preoccupante per la coalizione è che in quattro Liberi consorzi le vittorie sono arrivate grazie all’aiuto del centrosinistra”. Massimo Dell’Utri, coordinatore regionale di Noi Moderati, analizza così le elezioni di domenica 27 aprile e chiede ufficialmente un incontro al governatore Renato Schifani.
Non ci sono rappresentanti di NM tra gli eletti di domenica.
“No, ma va considerato il fatto che il nostro congresso risale ad appena un anno e mezzo fa. Abbiamo ottenuto il 4% a Caltanissetta e il 3% a Palermo. Il nostro obiettivo, poi sono le prossime elezioni politiche e le Regionali. Noi Moderati è di fatto la quarta gamba del centrodestra. Certo, se le cose fossero andate in maniera diversa per queste Provinciali…”.
In che senso?
“Dispiace doverlo dire, ma da parte di Forza Italia c’è stato una sorta di cannibalismo nei nostri confronti. Ci saremmo aspettati una ben diversa disponibilità. Del resto, Noi Moderati ha dato un contributo importante alle ultime elezioni europee alla lista formata con FI”.
Voi avete un certo feeling con FdI, ritiene che ci sia una sorta di gelosia per l’occupazione dello spazio centrista della coalizione?
“Non credo. Il rapporto è sempre forte e se in questi giorni Lupi, Romano, Gelmini e Fazio si trovano a Valencia per il congresso del Ppe lo dobbiamo anche alla disponibilità di Forza Italia che ci ha dato la possibilità di entrare a far parte di questa famiglia europea”.
Lei però parla di ‘cannibalismo’.
“Verso di noi c’è stata una posizione non tenera. Come tutti i ‘germogli’, possiamo avere conseguenze se da parte degli alleati ci sono degli atteggiamenti duri. Ad ogni modo, parleremo anche di questo nell’incontro che chiederemo al presidente della Regione”.
Chiederete un chiarimento al governatore?
“Sì, ciò che è accaduto alle Provinciali ci lascia molto perplessi. Per primi nella coalizione avevamo proposto liste unitarie nel centrodestra ma non è stato possibile. L’intesa su una candidatura a presidente dei Liberi consorzi per ciascuno dei sei componenti della coalizione, inoltre, si è arenata. Tutto questo ha dato una sorta di via libera e sul campo gli effetti si sono visti: in quattro province su sei una parte del centrodestra ha vinto con l’aiuto del centrosinistra. Mi riferisco ai casi di Siracusa, Trapani, Enna e Agrigento. Un fatto molto preoccupante, così come quanto accaduto alle elezioni per il consiglio metropolitano di Palermo”.
Segnalate problemi anche lì?
“Beh, l’area Lagalla conta quattro consiglieri comunali ma ha eletto soltanto un componente al consiglio metropolitano (Dario Chinnici, ndr). A Palermo, inoltre, ci sono diversi problemi e da tempo segnaliamo il mancato rispetto del patto elettorale che prevedeva la nostra partecipazione in Giunta. Avevamo chiesto, anche con il parere favorevole di FI, che il tavolo regionale della coalizione venisse allargato al sindaco per potere affrontare anche questa vicenda”.
Tornando ai temi regionali, cosa vi aspettate quindi da Schifani?
“Non c’è dubbio che il presidente della Regione debba prendere in mano la situazione e ricompattare il tutto. Lui è il leader, ma se il tavolo regionale non funziona tutto diventa più complicato. Siamo con Schifani ma serve una maggioranza compatta, anche in vista delle prossime elezioni regionali. Se così sarà, a quell’appuntamento elettorale non ci sarà storia. Ma, ripeto, ciò che è accaduto alle Provinciali rappresenta un segnale allarmante rispetto all’unità della coalizione. Schifani ha il prestigio, il ruolo e l’interesse a ricompattare il tutto. Noi lo speriamo”.
Ma il centrodestra, almeno sulla carta, ha vinto.
“Esiste una vittoria complessiva del centrodestra ma di fatto, se si guardano i singoli casi, ha vinto una parte della coalizione con l’ausilio di una parte del centrosinistra, se non di tutto. Tutto questo si poteva, e si doveva, evitare con candidature e liste unitarie. Le logiche territoriali e locali dei singoli comuni hanno avuto la meglio sui partiti”.
Cuffaro dice che queste elezioni sono state la Caporetto di tutti i partiti.
“È così. Rispetto alle ragioni ideologiche ha prevalso la logica del localismo”.
Ritiene che queste divisioni possano rappresentare un pericolo per il governo all’Ars.
“Non saprei, sinceramente. Certo, abbiamo constatato che spesso l’Aula segue logiche diverse da quelle dei partiti. Lo capiremo soltanto con il tempo”.