ENNA. Tagli ai fondi provinciali: protesta congiunta di tutte le forze politiche. La conferenza permanente dei capigruppo del consiglio comunale nei locali della Provincia, prevista per questa sera, segna l’inizio di un percorso comune finalizzato ad accendere i riflettori sui disastrosi esiti che il taglio delle province avrà sul territorio ennese. Nel mirino dei consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione, c’è, neanche a dirlo, l’esecutivo regionale. La scure dei tagli si è abbattuta sulle province e, di pari passo, sui fondi che garantiscono l’erogazione di servizi “minimali” che vanno dal mantenimento delle scuole alla manutenzione delle strade.
Davide Cardaci, capo gruppo del Pdl in consiglio comunale, contattato da Live Sicilia, precisa: “La protesta è unitaria”. In attesa che la commissione Bilancio dell’Ars faccia qualcosa, i timori degli ennesi crescono di ora in ora. Cardaci rivendica “le somme” che mancano all’appello e lamenta la disparità di trattamento subita dalle aree interne dal disegno complessivo del governo regionale. “Chiediamo che a Enna e a Caltanissetta venga riconosciuta la stessa dignità che è stata data alle aree metropolitane perché i liberi consorzi rischiano di diventare degli scatoloni vuoti”. Il punto cruciale sono le competenze in dotazione alle aree metropolitane (“quasi delle mini regioni” secondo Cardaci). “ Non siamo contro la riforma ma non vogliamo che si creino zone di serie a e zone di serie b”. Il progressivo depotenziamento delle aree interne potrebbe costare tanto anche in termini demografici: “Il rischio è di perdere 4000 abitanti nel giro di due anni”.
Che ci sia un disegno che prevede di avvantaggiare una zona piuttosto che un’altra? Il parere del sindaco di Enna, Paolo Garofalo, è negativo. “Nessuna zona della Sicilia può svilupparsi finché un’altra cade in depressione”, dice. Il primo cittadino, che appoggia in prima persona la protesta del consiglio comunale, è molto determinato rispetto all’”affaire tagli ai fondi”. “Ci sarà un problema relativo non solo agli stipendi dei dipendenti ma anche a molti servizi anche minimali, come l’assistenza ai disabili e la manutenzione delle scuole superiori”. Alla fine dei giochi il peso dei servizi ricadrebbe sui Comuni, già vessati da tagli di ogni sorta. “Al momento lavoriamo con il 40% delle somme che avevamo tre anni fa: farsi carico di ulteriori spese diventerebbe un’impresa impossibile”. Per tali ragioni, Garofalo considera il mancato reintegro dei fondi: “Una follia”.