PALERMO – Quella delibera, stando alle parole del governo, non era esecutiva. Non produceva effetti, quindi. Nemmeno durante il periodo trascorso tra la sua approvazione e il ritiro deciso dalla giunta. Quattro mesi, in tutto. Tra il 2 luglio e i primi di novembre. Una delibera “fantasma”, insomma, quella che ha dato il via libera al progetto dell’Humanitas. Eppure, quella stessa delibera appare richiamata in un altro documento. Quello che, di fatto, concede un ulteriore “nulla osta” ai lavori di costruzione della clinica.
L’atto in questione, stavolta, è datato 7 ottobre. Poco più di un mese fa, infatti, l’assessorato Ambiente e territorio esamina la richiesta della clinica di ottenere la “verifica di assoggettabilità” al codice dell’ambiente. Per farla breve, ed evitare complicati tecnicismi, la Humanitas ha richiesto alla Regione, con una nota depositata già il 22 ottobre del 2012, a una settimana quindi dalle elezioni che avrebbero portato a Palazzo d’Orleans un nuovo governatore e una nuova giunta, di verificare se la struttura che sarebbe sorta a Misterbianco avrebbe dovuto sottoporsi alle procedure di Valutazione dell’impatto ambientale e alla Valutazione ambientale strategica. La famigerata “Via-Vas”.
Quella richiesta, insomma, viene esaminata dal nuovo governo. E l’esito di quella verifica è recentissimo. Porta, come detto, la data del 7 ottobre. Ma nel documento, dall’intestazione “realizzazione di struttura ospedaliera e specializzazione oncologica denominato ‘Hcm Humanitas centro del Mediterraneo’ da sorgere in contrada Cubba nel territorio del comune di Misterbianco” ecco spuntare nuovamente la delibera che ha dato fuoco alle polveri.
L’autorizzazione, infatti, nella propria introduzione fa esplicitamente riferimento alla “deliberazione di giunta regionale numero 238 del 2 luglio 2013 con la quale si è proceduto alla ratifica della bozza di accordo tra l’assessorato Regionale della Salute ed Humanitas centro Catanese di Oncologia”. Eppure, oltre venti giorni dopo, quando la polemica esploderà in maniera conclamata, il governo, tramite le parole sia del presidente Crocetta che dell’assessore Borsellino, si affannavano a precisare come quella delibera non fosse “esecutiva” e per di più “condizionata al piano di rimodulazione dei posti letto”.
Venti giorni prima, però, quella delibera “non esecutiva”, provvisoria, fantasma, trova posto in un documento che, di fatto, rilascia un nulla osta alla clinica per i lavori. Alla fine del lungo atto, infatti, nel quale viene esaminato il progetto della nuova clinica, dal punto di vista dell’impatto con l’ambiente, l’assessorato al Territorio conclude che quel progetto non ha bisogno di essere sottoposto alla Via-Vas. Insomma, l’impatto ambientale è minimo.
Ma cosa ci fa il riferimento alla delibera di giunta in una semplice autorizzazione per proseguire i lavori per la nuova struttura? Quella delibera, in effetti, non fa che intervenire dando il via libera all’aumento dei posti letto nella struttura. E conseguentemente al budget per la clinica. Nulla a che vedere quindi con gli aspetti urbanistici o ambientali. Eppure, il governo, col riferimento a quell’atto del 2 luglio, decide di mettere la propria firma sulla prosecuzione dei lavori. Lavori che non hanno bisogno della Via-Vas, quindi. Nonostante l’imponenza della struttura che deve sorgere a Misterbianco. E sinteticamente descritta nella stessa autorizzazione del 7 ottobre.
“La progettata struttura – si legge – è composta da un piano seminterrato e da 4 piani fuori terra per un totale di circa 28.000 metri quadri di superficie lorda, il cui edificio principale è costituito da un piano seminterrato e da 4 piani fuori terra per ospitare i seguenti reparti: radioterapia, medicina nucleare, radiologie diagnostiche, un’area ristoro, un numero di 240 posti letto destinati alle degenze, la realizzazione di un edificio morgue, la realizzazione di una struttura ricettiva formata da 120 camere denominata centro di accoglienza”. E attorno “parcheggi per il pubblico per un totale di circa 400 posti auto”.
Non ha bisogno della procedura di Via-Vas quel progetto. A patto che l’azienda rispetti alcuni punti fissati dalla Regione. Tra cui quelli di garantire, durante i lavori, la normale viabilità, di non produrre eccessivo inquinamento acustico o di non sversare oli e combustibili sul terreno. Tutti elementi che non trovano spazio nella “delibera fantasma”. Quella del 2 luglio. Che rappresenta la firma del governo Crocetta sui lavori della clinica. Una delibera poi revocata dalla giunta. Ma ancora alla base del “nulla osta” concesso alla clinica. Un pasticcio.