PALERMO – “La storia della tangente da 38 milioni non ci sorprende. Così come non ci sorprese, in passato, che nel grande affare da 7 miliardi per la realizzazione degli inceneritori ci fossero gli interessi di cosa nostra”. Lo dice Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente Sicilia, che aggiunge: “ Sin dal primo giorno abbiamo denunciato il piano degli inceneritori come un crogiolo di interessi illeciti della criminalità organizzata e faccendieri senza scrupoli nascosti dietro le belle facce di alcuni nomi altisonanti dell’industria italiana. Quel progetto non ha mai avuto parvenza di qualcosa che potesse aiutare la Sicilia a costruire un vero sistema di gestione integrata dei rifiuti. Ed oggi, che è conclamato che avevamo avuto ragione a denunciare tutto ciò, chiediamo alla magistratura di andare avanti e fare chiarezza. Non si tratta, infatti, di storie vecchie, – conclude Fontana – ma di un fardello i cui contorni devono ancora definitivamente essere chiariti per riuscire ad arrivare ad avere un sistema dei rifiuti legale ed efficiente”.
"Quel progetto non ha mai avuto parvenza di qualcosa che potesse aiutare la Sicilia".
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