Creare un marchio fashion, che raggiunga signore bon ton e non, faccia il giro della città, dei salotti, degli uffici, cristallizzando poche lettere che fino ad oggi sono state sì un marchio, ma di povertà. È questo l’obiettivo che si pone un gruppo di donne volenterose ed appassionate guidate da Bice Salatiello, freschissima signora con l’animo da pasionaria. Il marchio è “Lab. Zen.2”: lab. come laboratorio e Zen2 come il quartiere palermitano, e campeggia su tutta una serie di raffinate borse create dalle mani attente di donne che proprio quel quartiere abitano. “Bicietta” come la chiamano affettuosamente i bambini della zona, opera allo Zen da più di vent’anni, sempre con lo stesso obiettivo preciso: aiutare gli abitanti a trovare una via verso l’autonomia, insegnare loro il valore dello spirito di iniziativa, fargli scorgere un orizzonte nuovo che vada al di là dei muri bianchi ne che cingono le abitazioni.
Per farlo Bice in questi anni si è inventata di tutto, dando vita all’interno del centro sociale “Catalano” alle più disparate attività, tutte rivolte agli abitanti del quartiere, con un occhio di riguardo alle donne e ai bambini, creando una sorta di meraviglioso microcosmo pieno di vita e di gioia. Ultima tra le avventure di Bice è stata proprio la creazione, nell’ambito delle iniziative del laboratorio “Zen Insieme”, del corso di “Piccola sartoria”, durante il quale un operoso gruppo di signore ha trasformato un momento di formazione e di svago in una piccola attività imprenditoriale. Il corso era iniziato già da qualche mese quando i primi di giugno si avvicina all’associazione la signora Maruzza Battaglia, piena di idee e di voglia di fare. Maruzza si infervora e si emoziona mentre ricorda quei giorni, forse un po’ frenetici ma felici: “È uscita fuori la mia anima imprenditoriale, e allora ho chiamato una mia amica stilista e le ho detto: dobbiamo studiare un bel prodotto e inventarci un bel logo, che abbia un legame con il quartiere e che stia in bella vista”. Così è nato il marchio Lab. Zen.2. L’amica stilista di Maruzza si chiama Marina Lo Verso, e trova l’idea accattivante. È così che sotto la supervisione di Bice Salatiello, di Maruzza e di Marina le signore del piccolo corso di cucito si mettono all’opera; Rosi è l’ unica che sa cucire bene, da sarta, e come dice Maruzza è lei che “si piglia sotto braccio” Carmela e Sandra e insieme a loro si mette alla guida del gruppo e le conduce lungo un cammino di lavoro che inizia il due luglio e dura svariati giorni. Le donne sono infaticabili e il risultato è un discreto numero di borse per signora capienti, eleganti, di ottima fattura e con un accattivante logo in bella mostra, a significare l’orgoglio e la fatica di chi, anche lavorando con poco e tra molte difficoltà ha saputo creare qualcosa di bello. Le borse sono state vendute al prezzo di sessanta euro; del ricavato la metà è andato alle sarte, l’altra metà è stato destinato alla creazione di un fondo cassa da usare per comprare tessuti nuovi, più pesanti, per la collezione autunno – inverno. Qui vengono le dolenti note, perché i finanziamenti per i corsi scarseggiano, e anche costruire un bel gruppo corposo non è sempre facile: le signore hanno casa, famiglia, mariti, e non sempre trovano il tempo da dedicare ad attività come questa. Bice è stata costretta a fermarsi un po’ adesso, per raccogliere fondi e forze, ma spera di andare avanti con questo progetto e potere così fare girare per le vie illuminate di Palermo il marchio “Lab.Zen.2” sotto forma di baguette, shopping bag, bauletti, secchielli e quant’ altro in versione invernale. Nell’attesa il piccolo mondo di Bice non si ferma: nei locali un po’ angusti ma coloratissimi dell’associazione prendono vita le più disparate attività: un laboratorio teatrale e relazionale, un laboratorio circense, dove si insegnano le mirabolanti arti della giocoleria, e poi un corso di estetica, un laboratorio di disegno e varie attività di recupero scolastico, finalizzate al sostegno di bambini e adolescenti in obbligo formativo, così da prevenire, laddove possibile, fenomeni di abbandono e dispersione. Non è ancora tutto: a dicembre partirà il “Progetto Internet”, sotto la supervisione del professor Rino Caccamo, insegnante di informatica:
“Il corso fornirà sostegno agli studenti attraverso la preparazione di tesine e la ricerca di informazioni – dice Rino – ma si darà anche avvio ad una sorta di sportello ‘trova lavoro’ dove si potranno inserire i curriculum online, così da potere guidare i giovani nella ricerca di un’ occupazione”. Roberta Re, psicologa, si occuperà di fornire un servizio di counseling ai ragazzi. Fabio Citrano, giovane fotografo, terrà invece un corso di fotografia. “E per Natale – annuncia Bice a mezza voce, – magari ci portiamo un bel gruppetto di signore a Piazza Politeama. Molte di queste donne non hanno mai visto l’albero illuminato. Muoversi con i mezzi pubblici è spesso difficile per la gente di qui, e raramente si esce dal quartiere. Magari ce le portiamo con un bel pulmino nuovo, ne avremmo proprio bisogno… “. Mentre dice queste parole regala uno sguardo asciutto e un sorriso determinato e dolce allo stesso tempo, poi sparisce dietro i vetri della sua auto. Ha poco tempo da perdere in chiacchiere, Bice.
di Rosanna Di Vitale