Tra le tante brutte notizie recenti, ce n’è stata una che mi ha rattristato in modo particolare: la scomparsa di Paco De Lucia, chitarrista di flamenco che forse farei meglio a definire semplicemente “il flamenco”. Per uno come me che non ha mai tempo per coltivare le sue passioni e che guarda sempre come un bimbo che ha appena rubato la marmellata alla sua vecchia chitarra sola e abbandonata in un angolino della casa, Paco De Lucia era una specie di mito inarrivabile. Capace di virtuosismi incredibili, Paco De Lucia sapeva fare orchestra con uno strumento solo. Consiglierei a tutti coloro che non conoscevano la sua arte di cercare qualche filmato su You Tube. Come ho fatto io qualche giorno fa con tanta nostalgia e grande dolore.
Vedendo quelle mani che si muovevano magicamente su quelle corde e battevano su quella cassa ho pensato che il Signore dà ad alcuni suoi figli delle capacità speciali. Ma solo in alcuni esse vengono sublimate dalla passione e dal duro lavoro a generare il grande artista. Colui che è capace di donare ai suoi simili emozioni speciali con l’ascolto, la visione, la lettura. Colui che rende il mondo più povero e triste quando va via. Quanto è ingiusta Sorella Morte, che il grande Totò descrisse come un’equa livella, ma che invece non si cura affatto di certi soggetti che inquinano l’ambiente in cui vivono i propri simili mentre porta via con sé persone uniche e speciali senza le quali il mondo è più povero. Che grande spreco ci può essere dietro la morte di un artista.
A pensarci bene, non serve essere grandi artisti per lasciare il mondo più povero quando lo si lascia. Succede anche con persone normali, come il mio paziente Gregorio che se n’è andato anche lui la scorsa settimana lasciando nel dolore la sua splendida famiglia. Dal primo momento sapeva come sarebbe finita. Eppure, durante questi mesi, mi parlava sereno del suo prossimo incontro con Dio. Gli piaceva tantissimo il nuovo Papa, quello che sorride e parla chiaro. E forse non è un caso che in uno dei nostri ultimi incontri lui mi abbia regalato un’immaginetta plastificata di Francesco che sorride del sorriso bonario con cui ogni domenica augura a tutti “Buon pranzo” e che solleva il pollice in un gesto che invita all’ottimismo.
Si possono regalare emozioni anche non essendo grandi artisti. Si possono donare meravigliosi insegnamenti anche non essendo professori come me. Si può essere grandi uomini anche essendo uomini normali. Sì, è vero: il mondo è più povero. Manca Paco. Manca anche Gregorio.