PALERMO – “Siamo ai titoli di coda”. Alla fine. Alla frutta. Antonello Cracolici affida a uno stringato post su Facebook l’amarezza scaturita dagli attacchi del presidente della Regione Crocetta a Giovanni Fiandaca. “In Sicilia – scrive il deputato Pd – la vicenda regionale è ai titoli di coda”. Una presa di posizione forte. E che potrebbe aprire a scenari impensabili, appena pochi mesi fa. ma non c’è solo Cracolici a stigmatizzare le uscite di Crocetta. Una bacchettata arriva anche da Roma, dalla segreteria nazionale del partito, che si fa sentire a difesa del professore Fiandaca.
“Riteniamo profondamente sbagliate le parole del presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta. L’onestà e il rigore morale di una persona stimabile come il professor Giovanni Fiandaca sono fuori discussione”, dicono Lorenzo Guerini, vicesegretario Pd, e Davide Faraone, della segreteria del partito.
Contattato da Livesicilia, Cracolici non si sottrae, anzi rincara la dose: “Credo – dice – che stiamo assistendo a una delle pagine più imbarazzanti della storia del Partito democratico. Non si è mai visto – spiega – un presidente della Regione, per di più di una delle Regioni più grandi e importanti d’Italia, portare avanti una campagna elettorale attaccando i candidati del suo stesso partito”.
Lo strappo, insomma, pare definitivo. E quello tra il governatore e l’area dei “cuperliani”, del resto, era un rapporto fortemente in crisi, già da tempo. Dopo la vicenda del rimpasto, in particolare, che ha portato, per usare le parole dello stesso Cracolici, alla formazione di un “governicchio”, che non è riconosciuto nemmeno dal segretario regionale del partito, Fausto Raciti.
Un caos. Che era esploso, in termini simili a quelli riguardanti il “caso Fiandaca” già in occasione della direzione nazionale del Pd, nella quale sono state varate le liste per le Europee. In quel caso, Crocetta si scagliò contro la candidatura di Caterina Chinnici, “colpevole” di aver fatto parte del governo di Raffaele Lombardo.
“È evidente – ironizza Cracolici – che l’unica lista gradita a Crocetta era una lista composta solo dai suoi amici. E del resto, non si è mai visto nemmeno un presidente della Regione che fa la campagna elettorale a sostegno di un solo candidato del suo partito”. Quindi, l’affondo: “Ormai Crocetta – attacca Cracolici – ha perso ogni profilo istituzionale, riducendosi a una macchietta”.
E ovviamente, a incendiare ancora di più la querelle, il riferimento a una “ortodossia antimafiosa” utilizzata anche come strumento politico. “Lo avevo detto tempo fa – dice Cracolici – e i fatti purtroppo mi danno ragione. Il circo Barnum dell’antimafia è sceso in campo. Anzi, più che al circo oggi mi sembra di stare a teatro. Nel teatro dell’antimafia ci sono gli attori e anche coloro che scrivono i copioni. Gli sceneggiatori. Che non sono tanti, al massimo tre o quattro. E sappiamo bene chi sono. Per il resto – conclude Cracolici – consiglio a Crocetta di lasciare in pace Pio La Torre. È ridicolo. Un’altra delle tragedie di questo ‘circo’ è anche legata al fatto che questi non sanno nemmeno chi fosse davvero La Torre”.
E sul riferimento a La Torre, ecco intervenire anche un altro “cuperliano”: il presidente della commissione Salute all’Ars Pippo Digiacomo: “Impropriamente – dice Digiacomo – Rosario Crocetta cita Pio La Torre a cui intitoleremo l’aeroporto di Comiso il 7 giugno. Ci tengo a dire che in quella circostanza il professor Giovanni Fiandaca sarà al mio fianco. Mi chiedo se lo sarà il suo assessore Michela Stancheris, che mi pare abbia invece proposto di intitolare lo scalo ad Archimede. E non so se parlasse del genio siracusano o di Archimede Pitagorico”.
Dal canto suo, il partito nazionale difende a spada tratta il giurusta: “Abbiamo chiesto noi, insieme al segretario regionale, Fausto Raciti, a Fiandaca di candidarsi. Lo abbiamo ringraziato quando ha deciso di accettare e siamo stati felici di accoglierlo nelle liste del Pd – aggiungono Guerini e Faraone – Abbiamo considerato questa candidatura coerente con i principi e le finalità del Pd”.
“Siamo impegnati in una difficile campagna elettorale per far prevalere la speranza sull’insulto, il sogno sul becero populismo – proseguono – Le riforme messe in campo dal governo Renzi sono un ottimo strumento per far comprendere ai cittadini come questo sia possibile. Chiediamo ai dirigenti e ai candidati del Pd siciliano di impegnarsi in questa direzione invece di attardarsi in inutili e sterili polemiche”.
Adesso i riflettori si spostano sul cinema Rouge et Noir di Palermo dove nel pomeriggio è prevista una convention di Giovanni Fiandaca. E dove si capirà meglio se “la vicenda regionale siciliana” è davvero giunta ai titoli di coda.