PALERMO – Prima di uscire dal piccolo albergo qualcuno ha detto loro di stare attenti, di evitare di indossare collanine d’oro o di tenere in borsa molti soldi in contanti. Consigli tristemente di routine per i turisti che vengono a visitare il capoluogo siciliano, negli ultimi giorni vittime di preoccupanti episodi di violenza. Come se non bastassero scippi e rapine, nel giro di una settimana si sono verificati altri casi choc a Palermo, a partire dal sequestro dei turisti nella canonica della chiesa di San Giovanni degli Eremiti, per finire con il tentativo di violenza sessuale ai danni di una giovane francese alla Cala.
E così l’entusiasmo della vacanza finisce, l’allegria e la spensieratezza del viaggio in terra straniera lasciano il posto a lacrime e paura che si trasformano in un pesantissimo bagaglio da portare indietro. Disavventure che segnano un’esperienza che doveva essere felice, ma che invece lascia con l’amaro in bocca. “Oggi stava per capitare anche a me – dice davanti al Teatro Massimo Maurizio Vetrano, originario di Palermo, ma residente a Savona da più di vent’anni – e mi dispiace vedere che i vecchi problemi della mia città non fanno parte del passato. Mi trovavo con mia nipote in via Candelai quando ho sentito qualcuno alle mie spalle. Un ragazzino di circa quindici anni stava per sfilarmi il portafoglio per il solo fatto che avevo una macchina fotografica al collo. Ciò – aggiunge – gli è bastato per identificarmi come “turista” ed essere ai suoi occhi una preda. Quando mi sono accorto della sua presenza è scappato”.
Al bar vicino, seduti ad un tavolino, ci sono due tedeschi. Un gruppo di loro connazionali è stato sequestrato, il 6 giugno, da due rapinatori mentre erano in fila per visitare una chiesa nel centro storico palermitano, una delle zone a più “alto rischio” della città. Poi sono stati anche derubati. “Terribile”, dicono. “Noi speriamo di tornare in Germania con un bel ricordo, ma purtroppo ci è già successo a Roma di essere rapinati”. Con un inglese quasi perfetto, i due coniugi sulla sessantina, Carl ed Aja Kruger, raccontano un episodio violento avvenuto nella Capitale una notte di due anni fa: “E ora stiamo molto più attenti. Il nostro albergo è qui vicino, ma in queste sere abbiamo preferito non andare in giro a piedi e prendere il taxi. Tra qualche giorno andremo a Taormina e vorremo non avere problemi”.
Se via Maqueda e via Roma restano le strade maggiormente prese d’assalto da malviventi che agiscono a piedi o a bordo di scooter rubati e senza targa, le statistiche rivelano che alle zone quotidianamente battute dai turisti – dalla Cattedrale a corso Vittorio Emanuele, fino a piazza Bologni e piazza Marina, si sono aggiunte negli ultimi mesi strade del salotto buono della città. Nel mirino sono infatti finiti i turisti che attraversavano via Dante, via De Spuches o la centralissima via Libertà. La fuga di scippatori o rapinatori? Sempre verso i vicoli più vicini che conducono al Borgo Vecchio o al Capo, dove anche l’inseguimento da parte delle forze dell’ordine diventa più difficile.
Sono scappati verso le stradine della Kalsa, ad esempio, i due uomini che nella notte tra lunedì e martedì scorso hanno aggredito una ventunenne francese. La ragazza ha denunciato di essere stata bloccata dalle braccia mentre era stesa sul prato del porticciolo della Cala, nei pressi di un pub. I due avrebbero tentato di toglierle i jeans. A metterli in fuga sono state le sue urla che hanno attirato l’attenzione di alcuni passanti e della sua compagna di viaggio, giunta subito in suo soccorso.
“Abbiamo saputo dai giornali quanto successo – dice Federica Napoli che accompagna in giro per la città un’amica francese – e siamo sconvolte. Lei alloggia a casa mia. Ho preferito così perché sappiamo che gli scippatori si appostano spesso nei pressi degli alberghi e poi entrano in azione. Bisogna evitare questi episodi in ogni modo, anche se siamo consapevoli che non si verificano soltanto a Palermo”.
Eppure, per anni, il capoluogo siciliano si era sbarazzato della cattiva fama di regina dello scippo. I numeri che lievitano, però, parlano chiaro ed indicano quasi il cinquanta per cento in più rispetto all’anno scorso, con una media di quattro scippi al giorno di cui almeno la metà avvengono ai danni di turisti. Aurelie Lefebvre, 43enne di Perpignan, in Francia, dice di avere lasciato tutto in hotel mentre aspetta l’arrivo dell’autobus panoramico: “Ho due euro in tasca, nessun bracciale né collana. Ho paura. Se devo comprare qualcosa uso la carta di credito che ho ben nascosto nei pantaloni”.
Le forze dell’ordine, nel frattempo, monitorano quotidianamente diversi punti strategici, tra cui percorso dal porto a piazza Politeama specie nei giorni di arrivo delle navi da crociera. E’ proprio in quelle ore che folti gruppi di turisti si avviano su via Emerico Amari per fare acquisti nei negozi di souvenirs della zona o per salire a bordo dei mezzi che permettono loro un primo giro per la città.