PALERMO – Sempre più infuocata la situazione per Accenture e 4U, le due aziende leader nel servizio di call center che hanno annunciato, nelle scorse settimane, la chiusura delle proprie sedi di Palermo e la messa in mobilità di, rispettivamente, 262 dipendenti per Accenture e 146 per 4U. Due vertenze che stanno avendo una grande eco sul web dove prosegue la campagna di solidarietà verso i lavoratori.
Le due situazioni, simili negli effetti, scaturiscono in realtà da due distinti problemi. Nel caso di Accenture, che ha lavorato per anni con l’inbound di British Telecom, committente unico della sede di Palermo, l’azienda di telecomunicazione inglese ha annunciato la rescissione anticipata del contratto con il call center di Palermo, con la messa in mobilità immediata (il prossimo 10 ottobre, se non verrà trovata una soluzione) dei 262 dipendenti, per il quale si è smosso anche il tam tam mediatico sui social network, con l’intervento di decine di celebrità che, seguendo la campagna #262acasa ed aprendo una pagina su Facebook, sperano di raccogliere solidarietà e sensibilizzare l’opinione pubblica affinché arrivi un compatto messaggio alle istituzioni a battersi per il mantenimento in occupazione dei dipendenti. Tra l’altro, l’immediata rescissione del contratto di BT e la fine del servizio clienti inbound (con contratto a tempo indeterminato) a Palermo stride con un annuncio del 5 settembre scorso, pubblicato su bakeka.it, che annuncia la selezione per 250 operatori di call center per la British Telecom, a Palermo, per un servizio outbound (con contratto a provvigione). Dunque, da questo sembrerebbe chiara l’intenzione di BT per smantellare una sede che da uno stipendio fisso a 262 dipendenti e sostituirla con un’altra, identica nella forma, ma che costerebbe meno, poiché il servizio outbound di telemarketing ‘costerebbe’ all’azienda inglese 250 ‘stipendi a provvigione’.
Nel caso di 4U, invece, la situazione è quella di un’azienda territoriale in crisi che, nel corso di una ristrutturazione del piano industriale, vuole accedere agli ammortizzatori sociali in deroga ma non trova adeguate coperture per tutti i 146 dipendenti coinvolti nella messa in mobilità. Anche in questo caso non s’è fatto attendere il gesto di solidarietà sui social network che, vip compresi, stanno portando avanti la campagna #146acasa per sensibilizzare le istituzioni ad interessarsi della vicenda.
“Queste due vertenze sono la punta dell’iceberg di un processo di delocalizzazione che il settore delle telecomunicazioni subisce da parecchi mesi in tutta Italia” dichiara Giuseppe Tumminia, segretario regionale della Uilcom Sicilia. “L’Europa – prosegue Tumminia –, per fortuna, si è dotata di mezzi a difesa dei lavoratori del settore, ma quello che sta accadendo, soprattutto nella vertenza Accenture, è paradossale. Sappiamo bene che la Sicilia, per una sua storia occupazionale particolare, ha dato molto spazio ai call center per dare un lavoro, anche se temporaneo, a molti giovani. Ma le grandi aziende della telefonia, italiane e straniere, che soffrono come tutti la crisi, stanno scaricando i propri problemi economici sul gradino più basso della piramide, ossia quei call center che prima hanno sfruttato per oltre un decennio ed ora stanno mollando in alto mare, a fronte di una continua e selvaggia delocalizzazione, con continua corsa al ribasso sul costo degli stipendi degli operatori che sta lentamente portando il lavoro via dall’Italia. Chiediamo – conclude il segretario Uilcom – al governo regionale di presentare un piano per l’ammodernamento del settore che garantisca occupazione ai dipendenti dei call center in Sicilia.”
Simile il giudizio di Francesco Assisi, segretario della Fistel Cisl Sicilia. “Poiché BT sta chiudendo il contratto con Accenture a Palermo – annuncia –, ma dovrà necessariamente riaprirlo da qualche altra parte in Italia, e poiché la sede dell’azienda è stata aperta anche con fondi regionali, vogliamo che l’azienda rimanga qui e che mantenga i dipendenti che con essa lavorano, alcuni anche da quindici anni. I lavoratori di Accenture si sono già ridotti volontariamente, lo scorso anno, lo stipendio del 18 per cento pur di aiutare l’azienda a rimanere aperta. I 146 dipendenti di 4U, invece, lavorano in solidarietà, con gli ammortizzatori, da un anno e mezzo. Nonostante questo, vogliono dare l’outbound in subappalto a lavoratori a progetto, dismettendo totalmente l’inbound e le persone assunte con contratti a tempo indeterminato. Noi – conclude Assisi – non ci stiamo ad assistere ad un massacro sociale, con un’azienda che vuole far cassa, cambiando in corsa il proprio piano industriale, sulle spalle di 146 lavoratori”.
Anche la Cgil punta ad un chiarimento della situazione per le due aziende. “Siamo sconcertati dalla totale chiusura delle discussioni da parte di BT” spiega Rosalba Vella, della segreteria Slc Cgil. “Se passasse questo episodio – continua –, farebbe da apripista per tutte le altre aziende del settore, che darebbero il via al ‘liberi tutti’ e violerebbero palesemente il Codice Civile e le leggi europee. Accenture e BT sono due multinazionali e non possono non trovare, con bilanci miliardari, una soluzione per 262 persone. Per quanto riguarda invece la vertenza 4U, quei lavoratori sono i più penalizzati, essendo in assoluto i più precari: non possono accedere alla cassa integrazione ordinaria, i soldi per la cassa in deroga non ci sono e non hanno come difendersi dal licenziamento. Si disapplica la legge, si chiede flessibilità ma chi paga le conseguenze di tutto questo è il solo lavoratore. Dunque – conclude Vella –, il governo a Roma faccia i decreti attuativi e salvi questi lavoratori, perché le leggi per tutelarli ci sono”.
Il prossimo 12 settembre, Accenture si presenterà al Ministero dello Sviluppo Economico per discutere della vertenza davanti al vice ministro De Vincenti, ai sindacati ed ai vertici di British Telecom. Il giorno prima, giovedì 11, all’assessorato Regionale alle Attività Produttive di Palermo, arriverà sul tavolo il dossier relativo alla procedura di cassa integrazione per i dipendenti di 4U, con la presenza dei vertici dell’azienda, dell’Assessore alle Attività Produttive Linda Vancheri e di quello alle Politiche Sociali ed al Lavoro Giuseppe Bruno.