PALERMO – “Martedi si terrà la conferenza dei capigruppo che entrerà nel merito del disegno di legge che mi hanno preparato gli uffici, non è un recepimento automatico della Delrio ma è la Delrio all’interno della cornice della legge regionale che abbiamo approvato la scorsa primavera e della legge 9 del 1986 che attribuisce le funzioni alle Province”. Lo ha detto il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone conversando con i cronisti a Palazzo dei Normanni. “Dobbiamo avere la capacità di accelerare i tempi – ha aggiunto – Chi dice no alla Delrio o chi dice è un recepimento automatico dice sostanzialmente delle cose non proprio esatte. Nella Delrio viene stabilito un principio fondamentale che è quello della sussidiarietà: l’interlocutore diretto dell’Ue per la gestione dei fondi diventano le istituzioni di area vasta cioè i Consorzi dei comuni ex Province e le città metropolitane che avranno le funzioni che avevano le Province con la legge dell’86 più quelle che saranno trasferite dalla Conferenza Stato-Regioni”.
“Non ci dobbiamo fare condizionare dalle tensioni interne ai partiti e alla maggioranza, né dalle rivendicazioni da parte delle opposizioni – ancora Ardizzone -. Tutti insieme, i 90 parlamentari, siamo chiamati a dare delle risposte altrimenti il fallimento sarebbe totale non solo per il governo ma per i singoli parlamentari e per il Parlamento tutto”. Anche se le tensioni si riflettono “inevitabile in aula”, ha aggiunto Ardizzone, “è stato avviato un percorso utile” quando “ho sottolineato che l’agenda dei lavori la detta la conferenza dei capigruppo”.
“Sui tagli al personale abbiamo fatto di piu e meglio di Camera e Senato, siamo arrivati prima – ancora il presidente dell’Ars -. Per i dipendenti ci siamo sganciati dal Senato inglobando le indennità aggiuntive nel tetto massimo degli stipendi. Certo siamo in una fase transitoria perché diventa ingestibile la situazione nell’immediato – ha aggiunto – C’è una opinione pubblica che legittimamente reclama maggiori sacrifici, ora bisogna pensare nel tempo a limare ulteriormente i cosiddetti sottotetti”.