PALERMO – Ncd rimarca le distanze rispetto al governo Crocetta. E chiede a chi lo sostiene di staccare la spina, per votare nella primavera prossima. Nessun dialogo, dopo i mesi di dibattito su un possibile allargamento della maggioranza agli alfaniani, ipotesi che era stata oggetto di dichiarazioni del segretario del Pd Fausto Raciti. Col governo Crocetta sempre più impantanato, Ncd preferisce restare lontano da Palazzo d’Orleans. E pensare piuttosto a un futuro di collaborazione con le liste moderate dei territori. Non solo l’Udc. Questo è quanto è venuto fuori da una riunione romana con Angelino Alfano, alla quale non si è vista, tra i tanti dirigenti, il sottpsegretario Simona Vicari.
Angelino Alfano, alla presenza del capogruppo al Senato, Renato Schifani, e di una rappresentanza di parlamentari nazionali, ha incontrato, presso la sede del partito a Roma, i coordinatori regionali Francesco Cascio e Giuseppe Castiglione e il Gruppo parlamentare di Ncd all’Assemblea Regionale Siciliana. Al centro della riunione, la situazione politica della Regione e le prospettive future. “Considerata esaurita l’azione del governo Crocetta – dal quale il Nuovo Centrodestra è stato sempre distinto e distante -, perché incapace sul versante delle riforme e delle politiche economico-sociali, il partito – si legge in una nota – lancia un appello alle forze di maggioranza che lo appoggiano, perché interrompano il sostegno e restituiscano ai siciliani la possibilità di eleggere un governo in grado di affrontare, nel segno della discontinuità, le sfide imposte dal momento complesso e difficile che attraversa il Paese”.
L’Ncd chiede “un cambio di passo rispetto al passato, procedendo, prima di una nuova fase legislativa, al varo veloce di una nuova legge elettorale – necessaria per la riduzione del numero dei parlamentari – e alla realizzazione delle riforme delle Province e del sistema idrico. Tutto questo per andare a votare entro la prossima primavera”. L’obiettivo di un progetto più ampio, tracciato dal presidente Alfano durante la Direzione nazionale della scorsa settimana, “e’ quello di un nuovo soggetto politico che aggreghi tutte le forze moderate, riformiste e i movimenti civici che intendano portare avanti un programma coraggioso per il rilancio della Sicilia e nell’interesse dei siciliani”.
Gli alfaniani, insomma, si tengono ben distanti dal governo Crocetta, dopo i tentativi di avvicinamento che hanno coinvolto almeno una parte del partito nei mesi scorsi. In occasione del voto sulla finanziaria regionale, decisiva fu l’astensione del deputato regionale Ncd Vincenzo Vinciullo. Nel rapporto con il governo ha prevalso alla fine la posizione dei dirigenti palermitani del partito, Schifani e Cascio, da sempre più scettici rispetto a un possibile patto con Crocetta. Per il futuro Ncd cerca un dialogo con le liste civiche centriste, non solo con l’Udc, con cui non è mai decollato sui territori il progetto di Area popolare. Difficile un ritorno al vecchio centrodestra, dopo l’avvicinamento di Berlusconi a Salvini. Tanto che nel partito esiste ormai una sorta di corrente “renziana”. Tra i più vicini al premier in Sicilia il sottosegretario alo Sviluppo economico Simona Vicari, che oggi non ha partecipato alla riunione romana.