PALERMO – Le condanne sono pesanti. Otto anni ciascuno per Salvatore Puntaloro e Salvatore Orlando. Sei anni e dieci mesi per Benito Biondo. Sarebbero loro gli autori della drammatica rapina ai danni dell’avvocato Sbacchi, uno dei più noti penalisti palermitani.
Un commando fece irruzione l’anno scorso nella villa del penalista, a Mondello. In casa c’erano anche la figlia e la donna di servizio. I banditi erano armati di pistola e con il volto travisato. Legarono le vittime mani e piedi servendosi di alcuni vestiti strappati e misero a soqquadro la casa. Alla fine razziarono gioielli, soldi in contanti e telefonini per un valore complessivo di dieci mila euro.
Il colpo fu messo a segno la notte del 3 settembre dell’anno scorso. In casa dormivano tutti. I rapinatori si erano introdotti nella villa forzando il cancello d’ingresso e poi attraverso una finestra. Intorno all’una, Sbacchi si alzò per verificare cosa stesse accadendo. Una volta giunto in soggiorno si ritrovò davanti i rapinatori. Che lo bloccarono. Stessa sorte toccò alla figlia e alla donna di servizio.
Le indagini della sezione antirapina della Squadra mobile e del commissariato San Lorenzo si concentrarono su un giro di professionisti. La svolta arrivò dal telefonino rubato in casa e utilizzato qualche tempo dopo dalla mamma di uno dei rapinatori. Prima finirono in cella Puntaloro e Orlando. Poi, quando arrestarono Biondo arrivò la confessione. Non è un caso che all’imputato, difeso dall’avvocato Giulio Bonanno, sia stata inflitta la pena più bassa e sia l’unico ai domiciliari. Sbacchi si era costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Fabrizio Lanzarone. Una scelta simbolica per esprimere gratitudine agli investigatori che hanno risolto il caso e ai pubblici ministeri Ennio Petrigni e Sergio Barbiera.