PALERMO – Il gip di Palermo Riccardo Ricciardi ha concesso gli arresti domiciliari a Teresa Marino, accusata di essere al vertice del mandamento mafioso palermitano di Porta Nuova che nei giorni scorsi è stata sottoposta a un provvedimento di fermo da parte della Dda, assieme ad altre 37 persone. L’operazione è quella denominata ‘Panta Rei’ del comando provinciale dei carabinieri di Palermo.
Lo stesso giudice, che non ha convalidato il fermo per una ventina di posizioni (non ci sarebbe il pericolo di fuga), ha applicato la misura cautelare alla stragrande maggioranza degli indagati che restano in carcere. Tornano in libertà, invece, Domenico Lo Iacono (difeso dall’avvocato Antonio Turrisi), Giuseppe Costa e Salvatore Mulè (difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo e Marco Clementi). Le motivazioni si conosceranno nelle prossime ore. Quella di Mulè è una scarcerazione che spiazza i pm, visto che viene considerato il referente della famiglia mafiosa del rione Ballarò contro di cui, così sarebbe emerso, c’era anche un progetto di omicidio.
Teresa Marino, moglie del boss Tommaso Lo Presti, ha ottenuto il beneficio perché è madre di quattro figli piccoli, uno dei quali ha appena un anno di vita. L’istanza è stata presentata dagli avvocati Raffaele Bonsignore e Antonio Turrisi. La donna ha 38 anni e oltre ad essere mamma è anche nonna. Era lei che gestiva, secondo i magistrati, la cassa della famiglia di Porta Nuova. Le disposizioni generali le dava il marito, ma era lei secondo gli investigatori a controllare le finanze e soprattutto la cassa assistenza dell’organizzazione per le famiglie dei detenuti.
