Il caso Shabbi, scontro tra toghe | I pm contro l'obbligo di dimora - Live Sicilia

Il caso Shabbi, scontro tra toghe | I pm contro l’obbligo di dimora

Khadiga Shabbi

La Procura ha depositato l'appello contro l'ordinanza con cui il gip ha disposto l'obbligo di dimora per la ricercatrice universitaria libica (nella foto) fermata dalla polizia per istigazione a commettere delitti in materia di terrorismo. Per i magistrati si tratterebbe di una misura inadeguata. Lo Voi: "Mai dichiarato che la misura adottata nei confronti della Shabbi ci ha 'sconvolti'". PALERMO, GIUDICI E PM: TUTTI CONTRO TUTTI (LEGGI)

PALERMO – La Procura di Palermo ha depositato l’appello contro l’ordinanza con cui il gip ha disposto l’obbligo di dimora per Khadiga Shabbi, 45 anni, ricercatrice universitaria libica presso l’Ateneo del capoluogo siciliano, fermata dalla polizia per istigazione a commettere delitti in materia di terrorismo. Nell’impugnazione si sottolinea la contraddittorietà della misura sotto il profilo della valutazione dei gravi indizi di colpevolezza e l’inadeguatezza dell’obbligo di dimora che, per la Procura, non impedirebbe all’indagata di comunicare e di utilizzare i social che sarebbero stati mezzo per la diffusione della propaganda terroristica. L’udienza del riesame non è stata ancora fissata. Gli investigatori hanno accertato che Khadiga Shabbi, monitorata per mesi dopo alcune segnalazioni, aveva avuto contatti con due foreign fighters, uno in Belgio, l’altro in Inghilterra. La donna avrebbe anche cercato di pianificare l’arrivo in Italia di un suo cugino, poi morto in Libia in uno scontro a fuoco e avrebbe mandato diverse somme di denaro in Turchia. La ricercatrice faceva propaganda sui social per organizzazioni integraliste vicine ad Al Qaeda.

Aggiornamento del 30 dicembre ore 15. “Al solo fine di evitare l’ulteriore diffusione di notizie inesatte, preciso di non avere mai dichiarato che la misura adottata nei confronti della Shabbi ci ha ‘sconvolti'”. Lo dice il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi riferendosi alla vicenda della ricercatrice universitaria libica, Kadigha Shabbi, fermata, la scorsa settimana, per istigazione a commettere reati in materia di terrorismo. Il gip, non ritenendo ci fosse il pericolo di fuga, però, non ha convalidato il fermo e ha applicato alla donna l’obbligo di dimora e non la custodia cautelare in carcere, come chiesto dai pm. Decisione, quella del gip, commentata da Lo Voi a caldo. Il procuratore aveva definito la “misura del tutto inadeguata alle esigenze cautelari e all’intensissima rete di rapporti intrattenuti dall’indagata, oltre che contraddittoria e contraria alla più recente giurisprudenza”, annunciando l’intenzione di appellarla. Alla dichiarazione di Lo Voi è seguita una dura nota dell’ufficio gip in cui, tra l’altro, si attribuiva al procuratore l’espressione “siamo sconvolti”. “Non vi è alcuno scontro con l’ufficio Gip del tribunale di Palermo, – ha concluso il capo dei pm – del quale abbiamo sempre riconosciuto, anche pubblicamente, il grande impegno, pur nella diversità di ruoli e funzioni”. (ANSA).


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