PALERMO – Dopo decenni di incontrastata erosione della costa di Cattolica Eraclea, paese che si affaccia sul mare della provincia agrigentina, la Regione corre ai ripari, arrivando forse troppo tardi. Negli ultimi trent’anni, infatti, la costa si è ridotta di circa cento metri, arrivando al boschetto retrostante, utilizzato frequentemente della famiglie in vacanza per picnic e weekend fuori porta. Quest’estate, alcune zone, come la terza spiaggia, sono state rese ormai impraticabili dall’erosione che ha anche trasportato diversi alberi nelle acque del mare.
Nei giorni scorsi, durante un incontro con alcuni parlamentari agrigentini e il sindaco di Cattolica Eraclea, Nicolò Termine, è stato proposto un progetto che consta di tre barriere sommerse, posizionate a 70 centimetri sotto il livello del mare. Una soluzione che dovrebbe frenare l’erosione della costa e rendere il mare di nuovo balneabile dopo il divieto emesso nel mese di agosto dalla Guardia Costiera, in base alla pericolosità della situazione.
Il progetto ha un costo non indifferente. Sei milioni, che sono comunque stati assicurati dalla Regione. La barriera artificiale dovrebbe salvare la costa di Eraclea ed il costone roccioso di Capo Bianco. Il problema non è però nuovo e forse il rimedio arriva in ritardo: nella costa infatti il fenomeno è conosciuto da oltre mezzo secolo, ma nessuno si è mai adoperato per porre un rimedio. Adesso non si può più tergiversare: il mare continua imperterrito a “sgranocchiare” la costa, investendo boschi e vegetazione.