PALERMO – Sarà la Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo a stabilire se la prescrizione debba frenare o meno la confisca di alcune ville di Carini. La Cassazione ha rinviato la decisione. Bisogna attendere che si pronuncino i giudici di Strasburgo.
La battaglia legale è stata condotta dagli avvocati Vincenzo Giambruno e Alessandro Martorana. Il caso da loro seguito rischia di estendersi ad altre analoghe situazioni. Gli imputati, finiti sotto processo negli anni scorsi, erano accusati di abusivismo edilizio per avere costruito le abitazioni senza alcuna autorizzazione comunale. Un’accusa dichiarata prescritta.
La prescrizione ferma le confische? Vista la non univocità delle sentenze di vari tribunali italiani della faccenda sono state investite le Sezioni unite della Cassazione. L’indirizzo è stato chiaro: gli immobili vanno confiscati nonostante la prescrizione del reato penale. Partita chiusa? Neanche per idea, visto il forte antagonismo fra l’autorità giudiziaria italiana e i giudici europei della Corte dei diritti dell’uomo (la Cedu) e la Corte di giustizia che hanno dato ragione agli imputati: l’applicazione della confisca urbanistica in presenza di un proscioglimento per prescrizione costituisce una violazione del principio di legalità. Sono ritenute illegittime le sanzioni che non si fondano su un giudizio di colpevolezza. E cioè sulla prescrizione.
Il caso in esame è ancora più complicato visto che gli avvocati Giambruno e Martorana hanno presentato la documentazione con cui il Comune di Carini ha successivamente dato il via libera alla lottizzazione in contrada Piraneito. Una dichiarazioni di conformità postuma che impedirebbe la confisca che il giudice dell’esecuzione era pronto ad adottare. Ora, però, è arrivata la sentenza della Cassazione: bisogna attendere la decisione della Grand Chambre.