PALERMO – Rischiano di essere beffati due volte, gli obbligazionisti di Banca Nuova. Il “caso” emerge da un articolo pubblicato oggi dal “Fatto quotidiano”. Il giornale di Marco Travaglio affronta il tema del “decreto banche venete” attualmente in discussione in commissione Finanze del Senato. Un decreto che è stato blindato dal governo Gentiloni: una scelta che impedisce la discussione di alcuni emendamenti che consentirebbero ai correntisti e soci che hanno perso tutto dopo l’acquisto di azioni od obbligazioni della Popolare di Vicenza o di Banca Veneata di poter accedere al fondo di solidarietà.
Ma per i siciliani, come detto, la beffa sarebbe doppia. E il caso emerge da una denuncia del deputato del Movimento cinque stelle Alessio Villarosa secondo il quale tra la fine 2014 e il 2015 Banca Nuova, la controllata siciliana di Pop Vicenza e feudo dell’ex padre padrone Gianni Zonin ha venduto a molti sui clienti bond emessi dalla banca Veneta, in molti casi addirittura uno collocato nel 2007 con un rendimento del 3,11%, valore che non rispecchiava affatto la rischiosità dello strumento. “I documenti avuti da Villarosa – ricostruisce il Fatto – si riferiscono a 3 acquisti (per 200 mila; 150 mila e 100 mila euro) ordinati dalla banca per conto di suoi clienti in violazione – sostiene la denuncia – del loro profilo di rischio (il Mifid)”.
“Le persone coinvolte – spiega il parlamentare grillino – potrebbero essere un migliaio in Sicilia, ma sappiamo che anche altri istituti del gruppo hanno fatto altrettanto”. Perché – si chiede il quotidiano – una controllata negozia un titolo emesso dalla controllante anni addietro? “Il sospetto – la risposta del Fatto – è che abbia voluto sostenere la quotazione del titolo e magari far uscire qualche investitore caro al vertice del gruppo guidato da Zonin. Solo che quei risparmiatori hanno perso tutto e sono tagliati fuori sia dal rimborso che dall’arbitrato”.
Un altro scandalo all’orizzonte, dopo quello legato alla vendita di azioni che poi si sarebbero rivelate poco più che carta straccia. Una vicenda che ha spinto il nuovo management di Banca Nuova, riferibile al Fondo Atlante, ad avanzare una richiesta di transazione accettata dalla maggior parte dei correntisti che si sono sentiti “beffati”. Altri hanno scelto invece di rivolgersi ai tribunali. Nelle ultime ore, poi, il passaggio dell’Istituto che per anni ha rappresentato la vera novità nel credito in Sicilia, nell’orbita di Intesa San Paolo.