PALERMO – I killer hanno ucciso decine di cani randagi con un potente insetticida usato in agricoltura. Di killer, infatti, si stratta. I numeri sono la testimonianza di un’azione pianificata da più persone.
Le indagini sono serrate. Il procuratore della Repubblica di Sciacca, Roberta Buzzolani, ha fatto perquisire case e magazzini di cinque persone. Tutta gente che in questi anni ha protestato con il Comune per il diffuso fenomeno del randagismo. Più di duecento cani girano a branchi per le strade di Sciacca. Il problema esiste, è la soluzione finale dell’avvelenamento che sconfina nel penale.
Le perquisizioni hanno dato esito negativo. Le indagini adesso si spostano nei negozi specializzati che vendono l’insetticida. Si tratta, però, di un prodotto particolarmente diffuso e non sarà facile circoscrivere le indagini su alcuni acquirenti.
Nel frattempo sono state acquisiti i filmati di alcune telecamere di sicurezza piazzate nella zona dove sono stati trovati gli animali morti. Nelle registrazioni potrebbe esserci il volto dell’avvelenatore. Poi, sono state sentite diverse persone: da alcuni animalisti che davano da mangiare ai randagi all’assessore comunale all’ambiente.
L’inchiesta è duplice: trovare chi ha ucciso gli animali, ma anche scoprire cose è stato fatto per contrastare il randagismo in città.