MESSINA – Polemica a Messina dopo che il consiglio comunale ha bocciato la rimodulazione del Piano di riequilibrio: si tratta della prima vera grande sconfitta politica dell’amministrazione Accorinti, arrivata praticamente a fine mandato. Alla fine il computo è stato di tre contrari, sei astenuti e nove favorevoli: un pareggio che ha portato alla bocciatura della delibera per un solo voto, con 18 consiglieri presenti su 40). Presenze in linea con la media di questi anni, che ha comunque sempre permesso all’Amministrazione di approvare tutti gli strumenti finanziari più importanti, ma questa volta qualcosa è andato storto. Così il Piano di rientro adottato dal Comune nel settembre 2014, e rimodulato già altre quattro volte, sarà diluito in dieci anni anziché in venti e questo comporterà dei maggiori sacrifici per la città. Dagli Stati Uniti, dove si trova in viaggio per motivi istituzionali, Accorinti ha tuonato: “Hanno voluto colpire questa amministrazione, ma in realtà hanno fatto un omicidio premeditato verso la città. Noi comunque non ci fermeremo”.
“Avremmo potuto diluire i sacrifici per la città ma adesso questo passo sbagliato non ci consente di andare oltre”, ha affermato l’assessore allo Sviluppo economico Guido Signorino. “Produrremo un bilancio in linea con il vecchio piano di riequilibrio e riproporremo la delibera, siamo in grado di proporre il risanamento finanziario della città”. Critiche all’Aula anche da parte dell’assessore al Bilancio Enzo Cuzzola: “Il Piano di riequilibrio è approvabile dal ministero ma non riusciremo a fare il salto di qualità che avremmo voluto. Si sarebbero liberati 15 milioni di euro l’anno, ora non potremo garantire il turnover, le assunzioni dei dirigenti e le stabilizzazioni”.
Duro l’affondo dell’assessore ai servizi sociali, Nina Santisi: “Il rilancio della città passa dal Piano di riequilibrio, potevamo programmare in serenità e invece è arrivata questa scelta assurda. Rischia di essere penalizzato il settore dei servizi, questa scelta si fa beffe della città. Chi ha votato contro ha fatto un danno alle fasce più disagiate della città”. Il vicesindaco, Gaetano Cacciola, ha ammesso di aver pensato ad un passo indietro: “Per Atm non potremo fare un contratto di servizio che ci permetta di incrementare le risorse. I consiglieri non sono più i rappresentanti della città, ma di interessi personali. Ieri ho anche pensato alle dimissioni, ma chi si dovrebbe dimettere – ha concluso – sono i consiglieri a partire dalla presidente che votando favorevolmente avrebbe potuto salvare la città e invece ha dimostrato di fare parte di quel sistema politico che fortunatamente non ci appartiene”.