PALERMO – Il diritto di critica è sacrosanto, specie quando si riveste il ruolo di sindacalista e si denuncia un fatto vero.
Il giudice per l’udienza preliminare Ermelinda Marfia ha archiviato l’inchiesta per diffamazione nei riguardi di Fabrizio Geraci, ex vige reggente dell’Ugl Sicurezza Civile e oggi leader del Saves.
A ritenersi diffamato era stato Luigi Galvano, legale rappresentante di Ksm. Durante uno sciopero davanti alla Prefettura Geraci disse che la società di sicurezza aveva omesso di versare i contributi previdenziali degli ultimi mesi. Dagli accertamenti è emerso che i contributi erano stati pagati in ritardo. Il giorno della protesta, dunque, Geraci aveva detto la verità.
Il giudice ha accolto il principio giuridico invocato dal legale di Geraci, l’avvocato Marcello Pirrotta. “Il limite principale del diritto di critica – si legge nel decreto di archiviazione – risiede nell’interesse pubblico della questione trattata poiché la critica ha un’intrinseca natura congetturale e, pertanto la verità del fatto che ad essa si collega assume un rilievo più modesto rispetto a quanto avvenga nel caso dell’esercizio del diritto di cronaca. Occorre, però, che il giudizio – conclude – critico non generi in pure e semplici contumelie o in generici e gratuiti attacchi alla persona”.