PALERMO – Sette Ipab, Istituti pubblici di assistenza e beneficenza, vivono momenti di incertezza da alcune settimane a causa della scadenza delle nomine dei commissari straordinari. Gli istituti in questione sono l’istituto “principe di Castelnuovo”, l’istituto “principe di Palagonia” e l’istituto “Santa Lucia” di Palermo, l’istituto “Ardizzone Gioeni” e “l’istituto Mons. Ventimiglia- San Bernardo” di Catania e la fondazione “Sangiorgio Gualteri” di Adrano. Tutti e sette (insieme a un’altra ventina di Ipab) dopo aver visto decadere il proprio Cda per l’esercizio dello spoil system (con la revoca dei consiglieri d’amministrazione) da parte dell’assessore alla famiglia e alle politiche sociali Mariella Ippolito, sono stati commissariati il 22 febbraio per la durata un solo mese che già da giorni è trascorso.
“La nomina commissariale ha avuto una durata più breve del consueto. – spiega uno dei commissari interpellato da Live Sicilia – Un solo mese a fronte della formula ordinariamente usata: ‘tre mesi e comunque fino all’insediamento del sostituto. Da settimane così gli enti e i commissari versano nella situazione di più confusa incertezza. – E continua – Siamo in bilico rispetto a due possibilità. Da una parte, se riteniamo la gestione commissariale prorogata, rischiamo di compiere un abuso nel non continuare a gestire gli enti, ma così facendo andiamo contro il tenore letterale del decreto dell’assessore che parla di un solo mese di mandato; ogni provvedimento che viene firmato è così esposto al rischio della commissione di un abuso sia in caso di attività che di inerzia” .
Rispetto a questo tema l’assessore Ippolito ha dichiarato che “l’assessorato sta lavorando per una legge di riordino delle Ipab così come annunciato dal presidente Musumeci”. La Ippolito ha preferito non entrare nello specifico dei casi ritenendo necessario affrontare il problema nella sua generalità senza particolarismi, stimando più importante la vicenda dei lavoratori non pagati da mesi e ritenendo che i commissari siano ancora legittimati a lavorare essendo in regime di proroga.
Sottoposti alla vigilanza della Regione Siciliana gli istituti pubblici di assistenza e beneficenza costituiscono un braccio armato del poter pubblico nel mondo dei servizi sociali. I 137 Ipab, sparsi in tutta la Sicilia, infatti si occupano, ciascuno secondo la propria missione, dell’assistenza ai poveri, agli indigenti, agli ammalati, agli orfani nonché dei presidi di educazione. Un sistema complesso e particolarmente eterogeneo recentemente venuto alle cronache per il caso dell’Opera Pia Ruffini di Palermo. Questi istituti, infatti, portano con loro una storia – spesso centenaria – di attività, un patrimonio immobiliare di svariati milioni ma anche storie di gestioni poco efficienti e quindi di sprechi e troppo spesso di debiti.