CATANIA – Favori e ancora favori. Domenico Amich, direttore dell’Ispettorato del Lavoro di Catania e finito ai domiciliari per corruzione, ne avrebbe elargiti diversi a favore di politici e colletti bianchi. Sullo sfondo, i mondi della Formazione e della Sanità siciliani. Tra i “beneficiari” ci sarebbe stato anche Franco Luca, direttore sanitario dell’Asp di Catania ed ex rappresentante legale dell’Enaip (Ente Acli Istruzione Professione Associazione Agenzie Formative della Sicilia). A Luca è subentrato nel maggio del 2017 Ignazio Maugeri. I due avrebbero chiesto “indebitamente ad Amich – si legge negli atti della magistratura – un’attestazione di avvenuti versamenti di somme relative ad assegni familiari riconosciuti ai dipendenti dell’Enaip”. Un modo per evitare un processo in corso. La merce di scambio sarebbe stata la promessa da parte del funzionario dell’azienda sanitaria catanese di far ottenere contratti di lavoro a parenti e persone vicine ad Amich: la fidanzata e sua sorella sarebbero state stabilizzate nell’ente di Formazione, mentre il fidanzato della figlia di Amich sarebbe stato assunto in uno degli ospedali di Catania. Addirittura la promessa sarebbe stata quella di assumerlo al nuovo ospedale San Marco di Librino. Struttura in realtà ancora non operativa.
Il bando per la Sanità: le intercettazioni
È il 6 marzo del 2018 quando Amich è intercettato mentre parla con un uomo che chiama “Franco”. Per i finanzieri non ci sono dubbi: il suo interlocutore sarebbe Franco Luca, attuale direttore sanitario dell’Asp di Catania.
Amich: “Franco ciao! (…) Ho dimenticato di dirti una cosa (…) Cantaro (attuale direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Policlinico- Università di Catania, ndr) ha pubblicato un bando!! (…) Per assunzioni, da cui attingere l’assunzione a tempo determinato per il San Marco (…) Nel periodo fra l’apertura e poi quanto saranno fatti i concorsi delle stabilizzazioni varie e … mh… è anche per infermieri, il compagno di mia figlia lo… consiglio di farlo comunque?”
Luca: “(…)E faglielo fare, di corsa (..) Ma da noi le ha fatte lui richiesta? (…) Bè intanto faglielo fare che poi ci penso io…”
Passa qualche ora e Amich telefona alla figlia, quasi a rassicurarla per il futuro lavorativo del fidanzato: “E mi ha detto… no di fare subito la domanda dice poi… poi interviene, capito? dice… poi farà anche, può fare anche una domanda all’Asp, all’Asp quella che c’è in via Santa Maria la Grande… comunque poi lui mi dirà come… dice intan.. intanto facciamo questa…”
L’8 marzo 2018 arriva una telefonata ad Amich proprio da Luca. E si (ri)apre il discorso del fidanzato della figlia. “Ti avevo cercato… solo per una cosa, l’altro giorno mi dicevi… che a parte quel bando insomma… per eventuali assunzioni a tempo determinato al San Marco, c’era la possibilità di fare qualche altra domanda”. E poi aggiungeva: “Anche da noi ora, ora anche da noi, ora te lo faccio sapere io… appena eeh… ci sono novità ti faccio un colpo di telefono (…) va bene?”.
Il caso dell’Enaip: le intercettazioni
Franco Luca aveva un problema giudiziario da risolvere. A Trapani infatti la Finanza e l’Ispettorato del Lavoro gli avevano contestato come amministratore dell’Enaip irregolarità penali in materia di lavoro e previdenza. In particolare a Luca è stato contestato di avere dichiarato falsi versamenti di assegni familiari e di maternità come detrazioni, per un valore di 450 mila euro.
Accuse che lo hanno portato davanti al giudice. Le intercettazioni “documenterebbero – secondo gli inquirenti – che Luca grazie all’aiuto di Amich avrebbe cercato di dimostrare di aver versato le dovute somme ai lavoratori o comunque di poter prendere tempo al fine di poter arrivare alla prescrizione dei reati”.
E le strane manovre vengono descritte dagli inquirenti. Ignazio Maugeri (attuale rappresentante dell’Enaip) avanza una richiesta al giudice di poter depositare l’attestazione del versamento delle somme dovute all’Ispettorato del Lavoro di Catania anziché a quello di Trapani. Amich a quel punto avrebbe messo a disposizione di Luca e Maugeri (entrambi indagati e destinatari di una misura interdittiva) le risorse dell’Ufficio al “fine di acquisire la documentazione necessaria”. Una ispezione anomala, si diceva, non solo per gli inquirenti ma anche per lo stesso funzionario (“Come mai il giudice non ha chiesto un Ctu?”, si chiede il direttore). Ma nonostante le sue perplessità Amich non si ferma. Le sue azioni però non sfuggono ad un dipendente dell’Ispettorato che in un esposto segnala nero su bianco “il comportamento anomalo del direttore”. Anche perché per alcuni accertamenti – solitamente – l’ufficio si attivava solo su richiesta di un’autorità giudiziaria. Insomma, appariva strano che a chiedere una ispezione fosse stato lo stesso soggetto da… ispezionare.
Le telecamere nell’ufficio di Amich immortalano anche una visita dello stesso Franco Luca. Il primo mostra al secondo un foglio di carta indicato come “richiesta”. Quella “richiesta” sarebbe per gli inquirenti proprio l’attestazione dei versamenti dei pagamenti ai lavoratori. “La richiesta è questa, tu l’hai mai vista come l’ha scritta lui?”, dice Amich. E Luca risponde: “Perfetto! Già fatto… si, si, io l’ho vista. Quindi ora che facciamo? Perché io ho l’udienza il 12”. Tempi troppo stretti secondo il direttore dell’Ispettorato del Lavoro di Catania. A quel punto però Amich promette a Luca che avrebbe preparato una segnalazione dove attesta che “mi sono attivato e stiamo iniziando l’attività relativa a quanto richiesto..”.
In altre intercettazioni Amich, parlando con la fidanzata, palesa senza peli sulla lingua l’aiuto che avrebbe assicurato al direttore sanitario Asp. “Io sto cominciando ad aiutarlo nei confronti del giudice di Trapani, perché lì lui è indagato…e un indagato, è sotto processo… “. E salta fuori l’altro favore: “Ma io non gli potrei chiedere a Ignazio Maugeri, un giorno a quattrocchi, una via preferenziale per te e tua sorella?” dice parlando sempre con la compagna. Per gli inquirenti infatti, come detto, altra “merce di scambio” sarebbe stata la stabilizzazione della partner e della cognata. Le due infatti in passato avrebbero lavorato all’Enaip. “Sono sereno – afferma a LiveSicilia, Franco Luca – perché sento di non aver commesso alcun reato, stavo solo tentando di chiudere definitivamente un procedimento penale. Mi difenderò nelle sedi opportune e confido nel lavoro della magistratura. Sono sicuro che la vicenda sarà presto chiarita”.