PALERMO – Non si placano le polemiche sulla piscina comunale. L’amministrazione ha annunciato di voler modificare il mansionario degli assistenti bagnanti che, così, avranno anche il compito di montare le corsie, nonché di voler implementarne il numero con cinque nuove unità che saranno formate a breve.
Ma i sindacati sono sul piede di guerra: per Cgil, Uil e Csa le pulizie non possono essere richieste a personale di categoria B. “Il Comune non ha mai fornito costumi, tute e ciabatte – dicono i sindacati – L’approssimazione amministrativa con cui l’amministrazione ha gestito gli impianti, e in particolare la piscina comunale, è un danno per i cittadini che pagano le tasse, e che non permetteremo nè ad Arcuri, nè ad altri di scaricare sui lavoratori. Gli assistenti bagnanti del comune di Palermo sono soltanto sei di cui, uno solo a 36 ore e gli altri a 25. Per garantire il funzionamento delle due vasche della piscina comunale, occorrerebbero otto unità full time; a questi lavoratori dovrebbero essere forniti attrezzature di lavoro idonee e in un ambiente a norma in tutto e non in parte; le prestazioni che esulano dal loro ordinario orario di lavoro dovrebbero essere pagate”.
“Da anni la situazione è immutata ed i cittadini devono sapere come l’amministrazione crede di far funzionare i servizi, solo sulle spalle dei lavoratori – continuano i sindacati – Abbiamo chiesto da anni di effettuare la manutenzione e garantire la sicurezza e la funzionalità dell’impianto, ad oggi nulla di fatto; abbiamo chiesto da anni e torniamo a sollecitare che venga rimpinguato il numero degli assistenti bagnanti; ancora attendiamo la “mobilità” verso la qualifica di” assistente bagnante”, la cui procedura già avviata è ferma senza che si conoscano ragioni valide”.