Un piano per salvare il centro | Ex direttore parte civile

Un piano per salvare il centro | Ex direttore parte civile

Il centro commerciale di Carini

Il Portobello è stato confiscato a Ferdico. Sotto processo anche l'amministratore giudiziario.

PALERMO – Da un lato il processo, dall’altro il tentativo di salvare il centro commerciale. La partita è doppia e ha per protagonista Salvatore Melia. Si tratta dell’ex direttore del Portobello di Carini che con la sua denuncia fece emergere la presunta malagestio di un bene confiscato alla mafia.

Melia guida un gruppo di imprenditori riuniti in un consorzio che vuole gestire la struttura. Si sono anche assunti l’impegno di mantenere la forza lavoro e forse anche di incrementarla. La prefettura ha rilasciato la certificazione antimafia e ora si attende il via libera dall’agenzia dei Beni confiscati. I tempi sono stati lunghi, ma la vicenda sembra essere in dirittura di arrivo.

Sotto inchiesta sono finiti in cinque – dopo la richiesta di rinvio a giudizio è iniziata l’udienza preliminare – compresi Giuseppe Ferdico e il commercialista e amministratore dei beni Luigi Miserendino (imputato di favoreggiamento). Secondo l’accusa, nonostante la confisca di primo grado, Ferdico avrebbe continuato a gestire una parte dei beni grazie alla complicità di alcuni prestanome e dell’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale.

Dal giorno del blitz, nell’ottobre 2017, si è assistito al declino della struttura. Dei ventitré negozi, solo in quattro sono ancora aperti. Da qui l’idea venuta a Melia in collaborazione con l’associazione Libero Futuro che lo ha accompagnato nel percorso di denuncia. L’ex direttore si è costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Andrea Dell’Aira.

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