L’emergenza sanitaria sta facendo emergere l’esistenza di una categoria di lavoratori invisibili. Nei giorni del Coronavirus la Sicilia ‘scopre’ che ci sono persone che danno un contributo decisivo alla società restando, nella migliore delle ipotesi, nell’ombra e, nella peggiore, subendo attacchi e mortificazioni. Si accendono i riflettori su quanto la Fisascat Cisl cerca da sempre di fare comprendere ad una classe politica per lo più sorda”.
A dichiararlo è Mimma Calabrò, segretario generale per la Sicilia. Che aggiunge: “Stiamo affrontando un momento di difficoltà unico nella storia recente con ricadute su tutti i settori produttivi anche nella nostra regione. Ci sono lavoratori che svolgono servizi ‘essenziali’ e oggi anche l’opinione pubblica si è resa conto del contributo che offrono. Mi riferisco a chi lavora per le ditte che si sono aggiudicate gli appalti negli ospedali per la vigilanza, la manutenzione, le mense”.
In particolare, Mimma Calabrò, ricorda il lavoro di “chi opera nel settore delle pulizie e della sanificazione e fa da ausilio al personale sanitario. Persone impegnate h 24 per garantire, con responsabilità e senso del dovere, che tutti i pazienti, siano curati in un ambiente il più sano possibile”. Il segretari ricorda “le mille difficoltà che questi lavoratori sono costretti a superare, con un numero di ore ridotto al massimo in ragione di una scellerato indirizzo in cui conta solo il risparmio e si sacrifica la qualità del servizio”. “Immaginiamo cosa accadrebbe – aggiunge il segretario della Fisascat – se gli ultimi, gli invisibili del lavoro si fermassero: niente più sicurezza per gli operatori sanitari e pazienti”. Calabrò ricorda anche il ruolo dei lavoratori del bacino Ex Pip all’interno degli ospedali “con mansioni di sorveglianza o aggregati nei settori amministrativi”. Per tutti questi lavoratori la Fisascat Cisl “abbiamo per tempo chiesto alle aziende di dotare i lavoratori dei necessari presidi di sicurezza e chiediamo ancora di non abbassare la guardia ed è stata inviata una nota al Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci affinché anche per questi operatori sia predisposto il tampone, visto che lavorano al fianco di medici, infermieri e personale sanitario. Non si comprende per quale motivo debbano essere esclusi dai test. Attendiamo una chiara risposta per garantire sicurezza ai lavoratori e alle loro famiglie”. “Speriamo – spiega infine Calabrò – che quando l’emergenza sanitaria sarà finita, e tutti ci auguriamo che avvenga presto, non ci si dimentichi della dedizione e del sacrificio di questi lavoratori, che non si torni a trattarli come figli di un Dio minore, come un peso, che non si guardi alla sola logica del risparmio, ma si riconoscano a tutti i lavoratori i diritti che si sono meritati sul campo al servizio dei cittadini”.