“Abbiamo provato a riportare il Movimento cinque stelle al centro del parlamento e della politica siciliana”. Ma adesso, ci proveranno loro, da soli. O meglio, in cinque. Non lo dice apertamente, il deputato Matteo Mangiacavallo, ma tutto fa pensare che la nascita del nuovo gruppo dei “dissidenti” Cinquestelle sia ormai vicina. Un gruppo “di centro”, probabilmente. O quantomeno centrale negli equilibri dell’Ars, dove potrebbe giocare un ruolo decisivo per garantire o meno la maggioranza al governo regionale.
Una mossa decisa per evitare l’errore che sarebbe stato compiuto dal Movimento in questi mesi: “Esserci schiacciati sul centrosinistra, pensando di tradurre in ambito locale quello che avviene al governo nazionale”. Una questione “politica”, secondo Mangiacavallo, sarebbe quindi al centro dello strappo divenuto “ufficiale” su Facebook alcuni giorni fa attraverso un post piuttosto chiaro.
Del resto, la ricucitura appare sempre meno possibile. Lo stesso capogruppo dei Cinquestelle all’Ars, Giorgio Pasqua, è netto: “Noi abbiamo delle regole e ci basiamo su quelle. C’è stato un voto diverso rispetto al resto del gruppo in occasione dell’ultima finanziaria. E gli organismi del Movimento se ne stanno occupando. La nostra è una forza democratica, che ha messo ai voti le decisioni e le linee politiche. Se poi qualcuno non accetta la decisione della maggioranza, il problema è suo”.
Ovviamente non è questa la lettura dei quattro più uno (Sergio Tancredi è già fuori dal Movimento e dal gruppo). “Un pretesto – lo definisce Mangiacavallo – per non affrontare il problema vero. Per tre volte, ad esempio, il Movimento si è appiattito sulle decisioni del Pd: penso all’abolizione del primo articolo della riforma dei rifiuti, alla bocciatura dell’esercizio provvisorio, a un emendamento sui finanziamenti per Bellolampo. Una volta il nostro gruppo era l’ago della bilancia. Non lo è più”.
E così, ecco la prima mossa ufficiale di quello che è l’embrione del nuovo gruppo che potrebbe nascere già in settimana. Se si esclude il voto alla Finanziaria di Musumeci, in occasione del quale hanno deciso, compatti di astenersi, il primo passo dei quattro “dissidenti” del Movimento cinque stelle è un disegno di legge che rischia di far litigare i partiti della maggioranza di centrodestra.
La firma in calce è proprio quella dei deputati Matteo Mangiacavallo, Valentina Palmeri, Angela Foti ed Elena Pagana. Ma non solo. La proposta di legge è stata sottoscritta anche da Sergio Tancredi, che, come detto, dal Movimento è già stato espulso ed è già transitato al gruppo misto.
Insomma, ecco la “prima” per quello che sempre più appare come un gruppo frutto della scissione dei grillini all’Ars. Cosa prevede il ddl? Il contenuto non è affatto secondario. Con un testo molto breve, di due soli articoli, in pratica, i deputati regionali chiedono di togliere la delega all’identità siciliana al neo assessore della Lega Alberto Samonà. Ovviamente, nel ddl non si fa espressamente riferimento né all’assessore, né alla Lega. Ma la proposta prevede di “scorporare” le deleghe, lasciando all’assessorato solo quelle strettamente correlate alla gestione dei Beni culturali, passando nelle mani del presidente della Regione quelle relative all’identità siciliana.
“Il presente disegno di legge – scrivono i deputati ex e quasi ex grillini – persegue la finalità di garantire la tutela della promozione e della conservazione delle tradizioni e dell’identità siciliana, affidando questa importante attribuzione, che riguarda la nostra eredità culturale, alla Presidenza della Regione, in quanto maggiore rappresentante della volontà popolare siciliana, garantendone, così la continuità dell’azione e preservandola dalle dinamiche che i contesti politici comportano”.
Tradotto: via l’identità siciliana dall’assessorato da poco finito nelle mani della Lega. Non una novità assoluta. Ed è questa, in realtà, la vera novità. Perché un disegno di legge sostanzialmente identico, era stato depositato giorni prima da un altro deputato: il capogruppo dei Popolari e autonomisti Carmelo Pullara. Il capogruppo, quindi, di un partito della maggioranza di Musumeci.
“Lo abbiamo presentato praticamente in contemporanea – spiega Mangiacavallo – e credo che alla fine i testi verranno unificati. Cosa farà il gruppo dei Cinquestelle? Ha l’occasione di dare seguito alla loro protesta: ha considerato un errore la delega dell’identità siciliana alla Lega, ma non hanno mai protestato contro l’interim a Musumeci”. Ma i Cinquestelle, sul tema, sono un po’ tiepidi: “Sono altre – dice Pasqua – le priorità della Sicilia: c’è un governo, quello di Musumeci, che non ha fatto proprio nulla. E che si è fatto indicare un nome dalla Lega per ragioni di bassa politica. Questo è il punto. Se voteremo il ddl per togliere l’identità siciliana? Questo lo vedremo: parteciperemo al dibattito all’Ars e decideremo”. Fungendo davvero da “ago della bilancia” per un voto che potrebbe provocare qualche scossone nella maggioranza. Un voto, tra l’altro, che potrebbe arrivare molto presto: il disegno di legge, assegnato alla commissione Affari istituzionali, ha già ricevuto il via libera alla “procedura d’urgenza”. A quel punto, potrebbe essere già nato il gruppo degli ex Cinquestelle. Un gruppo “di centro”. O quantomeno centrale.