La vicenda umana di un imprenditore assurto a simbolo della ribellione contro il sopruso delle estorsioni si intreccia con le pietanze della tradizione culinaria siciliana.
Ne viene fuori un originalissimo ricettario firmato da Andrea Vecchio.
“Ricette di legalità” (Novantacento edizioni, 96 pagine, 5 €) presentato ieri sera a Catania, alla libreria Tertulia in via Rapisardi 1-3. Alla presentazione hanno partecipato, con l’autore, il presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello e il giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco. Il dibattito, moderato da Salvo Toscano coordinatore del mensile I Love Sicilia e responsabile della sezione libri della Novantacento, hanno partecipato numerose personalità del mondo culturale catanese.
Il libro, arricchito da due lettere dello scrittore Andrea Camilleri e del delegato di Confindustria per la legalità, Antonello Montante, ripercorre le intimidazioni subite dal costruttore di Santa Venerina, che nell’estate del 2007 subì quattro attentati in quattro giorni, intrecciando quelle vicende alla sua passione per la cucina.
E così, a ogni ricetta corrisponde la memoria di un’intimidazione, di una telefonata anonima, di un attentato incendiario subito nei suoi cantieri, magari proprio mentre l’imprenditore si trovava nella sua cucina a preparare una saporita pasta con le sarde o un falso magro. Questa è l’idea su cui è costruito “Ricette di legalità”, un libro in cui, come scrive Andrea Camilleri nella lettera all’imprenditore pubblicata in apertura, la mafia “viene fritta in padella”.