Revoca e nomina degli assessori: servono due decreti - Live Sicilia

Revoca e nomina degli assessori: servono due decreti

Crisi alla Regione
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Un decreto di revoca firmato da Raffaele Lombardo dovrebbe togliere i poteri ai dodici assessori dell’esecutivo. Un successivo atto di nomina, sempre del presidente della Regione, sarebbe necessario per nominare i sostituti, magari tenendo qualche delega ad interim. Sono questi i passaggi formali che il capo dell’Mpa dovrà seguire per azzerare la giunta e formare un nuovo governo.
“E’ un caso che non ha nessun precedente -– spiega Ignazio La Lumia, vice segretario generale dell’Ars – ma, secondo la legge numero 7 del 2005 che regolamenta l’elezione diretta del presidente della Regione Sicilia, per togliere i poteri agli assessori è necessario un atto formale, un decreto di revoca, che potrebbe anche essere collettivo”.
Insomma, nel caso in cui gli assessori defenestrati non avessero intenzione di accettare l’invito alle dimissioni rivolto questa mattina da Lombardo, il presidene potrebbe comunque esautorare gli assessori d’autorità. “Successivamente, con un altro decreto – continua La Lumia – Lombardo potrebbe individuare i nuovi assessori. Ma è chiaro che il provvedimento di annullamento della giunta può essere anche impugnato”. Insomma, c’è il rischio che tutta la vicenda si complichi ulteriormente, finendo davanti al giudice amministrativo. E c’è anche la possibilità che Lombardo decida di tenere per sé le comptetenze su alcune materie.
Ma i due decreti devono essere contestuali? “No – prosegue il dirigente – Tra l’azzeramento dell’esecutivo e la nomina del nuovo, il presidente della Regione potrebbe anche temporeggiare. I tempi, in questo caso, sono dettati dalle condizioni politiche. In realtà, i rapporti tra la giunta ed il presidente dovrebbe essere stabilita da una legge statutaria ma, in questo momento, tale aspetto non risulta ancora disciplinato e tutto è lasciato alla prassi. All’inizio di questa legislatura, il presidente neo eletto fece passare una ventina di giorni prima di nominare l’esecutivo. Nulla vieta che, anche questa volta, Lombardo si prenda del tempo”.


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