“Le divisioni politiche e le divergenze sono una cosa, la verità è un’altra e va difesa con tutte le forze, sempre e comunque. E le cose pubblicate da certa stampa meritano di essere confutate, con assoluta chiarezza: lo si deve a chi finisce coinvolto in questo vergognoso tiro al bersaglio; lo si deve a un’intera compagine politica, massacrata ad ogni piè sospinto dai falsi depositari di verità, volgarmente spiattellate in pubblica piazza; lo si deve all’opinione pubblica, che ha il sacrosanto diritto di conoscere la verità. Schifani l’ho presentato a Berlusconi nel 1996. Quindi, mi chiedo: come può essere stato protagonista dei fatti a lui addebitati?”. Lo scrive il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianfranco Miccichè nell’ultimo post del suo blog ‘Sud’ commentando gli articoli pubblicati da ‘l’Espresso’ e ‘Il Fatto quotidiano’ nei quali si ipotizza una presunta collusione mafiosa del Presidente del Senato Renato Schifani.
“Dopo che la magistratura giudicante ha dichiarato inattendibili le tesi di Gaspare Spatuzza non può che definirsi deplorevole la continua divulgazione dei teoremi della pubblica accusa prima ancora che emerga la verità processuale a sancirne o meno la fondatezza” aveva detto Micciché. “Siamo in presenza di un perverso gioco dell’antigarantismo, che non ci piace e che va condannato, specie quando tocca l’onorabilità delle più alte istituzioni del Paese. Assistiamo ad un violento gioco dell’ antiberlusconismo che contrastiamo, senza pretese d’impunibilità, ma con la pretesa d’indignarci se si schiaffa in prima pagina un mostro, la cui unica colpa è quella di essere stato, in quegli anni, tra coloro che mi hanno coadiuvato nella fondazione di Forza Italia”.