CATANIA – Franco Luca, direttore sanitario dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania si è dimesso. A pochi giorni dall’inchiesta della Guardia di Finanza che ha travolto l’ispettorato del lavoro, Luca ha deciso di fare un passo indietro: il Gip aveva disposto la sua interdizione, per 12 mesi, dal lavoro.
STRATEGIA – I legali di Luca, Carmelo Calì e Carmelo Peluso hanno scelto la strada del massimo riserbo, non vogliono replicare alle accuse, né svelare le prossime mosse. L’inchiesta, condotta dal Pm Fabio Regolo, ha portato all’arresto, tra gli altri, dell’ex deputato regionale Marco Forzese, transitato dal centrosinistra al centrodestra negli ultimi mesi. Facendo un passo indietro dalla guida dell’Asp potrebbe venire meno uno degli elementi che hanno contribuito all’emissione della misura interdittiva a carico di Luca.
IL COINDAGATO – Pochi giorni fa è stata revocata l’interdizione di Ignazio Maugeri, successore di Luca alla guida dell’Enaip ((Ente Acli Istruzione Professione Associazione Agenzie Formative della Sicilia) ente di formazione professionale.
CORRUZIONE – Il venir meno dell’interdizione a Maugeri, come detto, lascia sperare i legali di Luca, ma le indagini della Finanza sono molto articolate e si sono avvalse di intercettazioni (LEGGI)
L’accusa sostiene che Amich abbia “messo a disposizione” dell’Enaip guidata da Luca e poi da Maugeri, l’ispettorato del Lavoro, avviando – come si legge nel capo d’accusa – un’attività “con ispettori del lavoro finalizzata a verificare l’esistenza di pagamenti delle somme portate in detrazione”. Amich avrebbe fatto un’attestazione che ha consentito di rinviare un’udienza in un procedimento per il mancato versamento di contributi previdenziali a carico proprio di Luca.
E poi c’è la promessa, che sarebbe avvenuta in cambio del presunto “favore”, cioè agevolare l’assunzione a tempo determinato del fidanzato della figlia di Amich nel nuovo ospedale San Marco, che non dipende dall’azienda sanitaria guidata da Luca e in un’altro ospedale “gestito – dicono gli inquirenti – dalla stessa Asp”.
DIFESA – I difensori di Maugeri hanno spiegato, dopo la revoca dell’interdizione, che da Amich non sarebbe arrivato alcun aiuto e che la richiesta all’ispettorato del lavoro sarebbe avvenuta “con la trasmissione via mail dei documenti che comprovano l’esistenza di un debito residuo”. “Sono sereno – aveva detto Luca a LiveSicilia – perché sento di non aver commesso alcun reato, stavo solo tentando di chiudere definitivamente un procedimento penale. Mi difenderò nelle sedi opportune e confido nel lavoro della magistratura. Sono sicuro che la vicenda sarà presto chiarita”. Le indagini della Guardia di Finanza procedono.