PALERMO – Una confessione piena delle tangenti all’Asp e un’ammissione senza però confermare che si trattasse di tangenti. Mario Lupo avrebbe consegnato soldi in contanti a Francesco Cerrito perché “è una persona buona”.
Il primo fino al giorno del suo arresto è stato presidente di Samot e Adi 24 scarl, il secondo è il dirigente dell’Azienda sanitaria provinciale che firma i rimborsi milionari alle due onlus che si occupano di cure palliative per i malati oncologici. Sono entrambi in carcere per corruzione.
“Rapporto fatto di dazioni periodiche”
“Quanto contestato nel capo di imputazione provvisorio corrisponde a verità?, chiedono i pubblici ministeri Andrea Zoppi e Giacomo Brandini. “Sì”, risponde Cerrito. Che aggiunge: “Non ho richiesto di mia iniziativa le somme di denaro, ma parlando con Lupo è nata la comune intenzione di mantenere questo rapporto fatto di dazioni periodiche e ci siamo accordati su questo. La contestazione che mi viene fatta corrisponde a verità. La tempistica dei pagamenti (le due onlus emettono una fattura mensile per le cure palliative garante in convenzione ai pazienti ndr) non dipende solo da me ma anche dal come e quando ci arrivano i nulla osta dei responsabili dei singoli distretti”.
“Tangenti all’Asp in cambio di favori”
Erano emersi due problemi: l’utilizzo di provette scadute e la mancata riconsegna di una sacca di sangue per le trasfusioni dopo il decesso di un paziente. Secondo la Procura della Repubblica, Cerrito avrebbe dato una mano a Lupo per evitare guai. Anche su questo c’è la conferma di Cerrito: “Erano state riscontrate irregolarità nelle provette usate… e così l’ho riferito a Mario Lupo avvertendo di stare attento a potenziali controlli.… ma soprattutto perché avevo il timore che venissero reimpiegate e potessero cagionare pericoli per la salute”.
Regali perché Cerrito era “gentile e affabile”
Da Lupo è arrivata l’ammissione sulla consegna del denaro e al contempo un tentativo di dare una lettura diversa: “Io, preso dalla sua gentilezza e dalla sua affabilità e dal fatto che si è sempre preso cura dei nostri problemi, ho preso l’abitudine di fargli dei regali, sarà successo quattro o cinque volte. Io però non gli ho mai chiesto di impegnarsi per me o per le mie ditte, poi lui si è sicuramente attivato negli interessi delle stesse ma in modo indipendente dai regali che io ho fatto”.
Ad esempio nel caso della doppia fatturazione Lupo spiega che si è trattato di un “errore materiale in buona fede”. Mai ha pensato mentre consegnava il denaro che stesse pagando una tangente. “Se era lecito perché li ha nascosti in bomboniera o scatole di medicinali vuote?”, gli chuiedono i pm Zoppi e Brandini. “Per sentirmi meno a disagio rispetto al fatto di regalare non un oggetto ma dei soldi”, risponde il ragioniere commercialista.
“Ho sbagliato ma…”
I pm insistono: “Percepiva dunque il disvalore?” “Sì, ho sbagliato era un funzionario pubblico non avrei dovuto dargli denaro però io in questi frangenti in cui gli davo del denaro non lo vedevo come un funzionarie pubblico ma come una persona buona che si curava dei problemi del territorio e volevo dargli il regalino per questo”.
Infine una giustificazione come se pagare fosse stata una scelta obbligata: “Io ho dovuto sottoscrivere dei fidi bancari per il ritardo della Asp nel pagare le somme che ci erano dovute per le prestazioni rese. Io in qualità di manager di strutture con dipendenti che contano sui loro posti di lavoro devo trovare un modo per risolvere le enormi difficoltà generate da questi ritardi e siccome ho visto l’impegno del Cerrito nel risolvere questa questione io molto volentieri mi sono sentito di tributargli degli omaggi per significare la mia stima”.

