Droga, soldi e nuovi boss |La mappa della mafia militare - Live Sicilia

Droga, soldi e nuovi boss |La mappa della mafia militare

E' lo spaccio a delineare i confini di potere delle cosche.

 

CATANIA – Non è più il cappio del pizzo a definire i confini del controllo militare di una famiglia mafiosa su un determinato territorio o quartiere di Catania. Ma è la droga a determinare potere criminale. Le piazze di spaccio servono per fare soldi ma anche per “governare” una determinata zona. La droga, fino a quasi mezzo secolo fa osteggiata dagli uomini d’onore, è oramai diventata il mezzo per diventare i boss da rispettare. Anche se la parola boss è oramai abusata.

I fortini militari coincidono (o quasi) con le piazze di spaccio. Partendo quindi dai “take-away” della droga si potrebbe delineare una sorta di mappa della mafia, quartiere per quartiere. Anche se ci sono zone dove insistono nuovi moduli di potere criminale, che hanno come unico codice d’onore la forza del vile denaro. Chi ha i soldi per comprare gli stupefacenti detiene il potere e molte volte diventa ancor più incisivo di un nome mafioso.

Intanto partiamo da dove e quali sono i fortini dello spaccio di Catania. San Cristoforo, San Berillo Nuovo, Librino, Monte Po e San Giovanni Galermo. Su quest’ultima zona gli assetti militari sono un po’ diversi. E si preferisce coesistere invece di contrastarsi. Anche se il nome dei Santapaola è predominante. Da via Ustica a via Capo Passero c’è stato sempre l’eco del più importante e potente trafficante di droga Marco Battaglia, che per alcuni anni addirittura “affittava” ad altri gruppi di spaccio gli androni dei palazzi. Una sorta di dazio per poter smerciare cocaina nel suo “regno” incontrastato. Nelle sue tasche raccontano diversi pentiti sono arrivati i soldi dei Nizza e anche dei Cursoti Milanesi, solo per fare alcuni nomi. Nelle carte del processo Orfeo Marco Battaglia è inserito nel gruppo Santapaoliano di Picanello. 

Andiamo a San Cristoforo. Nella zona di via Stella Polare i capi indiscussi sono stati i Nizza. Il processo Stella Polare e il blitz più recente Polaris non lasciano adito a dubbi. Ma non a caso Daniele e Salvatore Nizza hanno deciso di costruire lì la loro casa, che poi è stata sequestrata dalla Dia di Catania. Via Alonzo e Consoli, via Colomba, la zona del Passareddu (via Poulet) è storicamente zona di spaccio dei Cappello-Bonaccorsi. C’è stato un periodo storico, fino al 2009, dove il potere militare si era allargato anche nelle piazze storiche dei Nizza. Sebastiano Lo Giudice sarebbe riuscito a creare grazie ai soldi della droga e delle rapine una roccaforte criminale quasi impenetrabile. E nella sua follia era pronto ad uccidere. Ianu U Carateddu aveva capito che il tintinnio dei soldi poteva far conquistare ai Cappello un posto nella corte dei Palermitani. I contatti coi Lo Piccolo fino alle transumanze degli Strano e dei Martiddina di Piano Tavola avevano questo obiettivo criminale. Una strategia che prevedeva anche omicidi eccellenti, come quello di Raimondo Maugeri, capo santapaoliano del Villaggio Sant’Agata. Al suo posto è arrivato Massimilano Salvo, detto U Caruzzeri. Fino allo scorso anno era in atto una guerra per lo spaccio tra i Cappello e i Nizza. La zona del Traforo (via Belfiore) è il regno indiscusso dei Mazzei (conosciuti come i Carcagnusi nella malavita, ndr).

A Librino e San Giorgio esistono diverse piazze di spaccio. Dal viale Biagio Pecorino ai viali della città satellite. I fratelli Nizza hanno rappresentato i monopolisti di droga di questo lembo di cemento e asfalto. E se dieci anni fa era sorta una faida silenziosa con gli Arena per lo spaccio al palazzo di cemento, in un passato recentissimo le due famiglie avevano siglato una pax. Andrea Nizza era diventato il capo indiscusso dei Santapaola a Librino. Ma la scelta di suo fratello Fabrizio di entrare nel programma di collaborazione con la giustizia ha rappresentato l’inizio della caduta del suo impero del narcotraffico. A quel punto sono arrivati Marcello Magrì, con il genero Carlo Burrello, e Rosario Lombardo che dai domiciliari aveva scelto di fare il doppio gioco e tradire la fiducia dell’ex latitante Andrea Nizza. 

A San Berillo Nuovo e Corso Indipendenza hanno comandato per anni i Cursoti Milanesi e i Cappello. Ma qualcosa sta cambiando e al posto di storiche contrapposizioni, forse si stanno plasmando accordi se non addirittura fusioni.

Un dato è certo però: i nomi di peso delle cosche mafiose in questo momento sono al 41bis. In questo momento di riassetto organizzativo si fanno avanti le nuove leve, giovanissimi pronti a comandare il loro piccolo regno dello spaccio. Ma si fanno spazio anche nuovi capi che non provengono dalla militanza mafiosa ma hanno a disposizione i soldi per comprare la droga e rifornire le storiche piazze di spaccio. I narcos in sostituzione dei vecchi boss.


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