Qè, Comune occupato da 8 giorni |Lavoratori "traditi dalla politica" - Live Sicilia

Qè, Comune occupato da 8 giorni |Lavoratori “traditi dalla politica”

Non cessa l'occupazione degli ex lavoratori del Qè nei locali di Palazzo Alessi. L'obiettivo è intanto ottenere la proroga della durata della mobilità in scadenza per il 6 dicembre.

PATERNO’ – Prosegue ad oltranza ormai da oltre una settimana, per l’esattezza dal 22 novembre scorso, l’occupazione degli ex lavoratori del call center Qè nei locali del Comune di Palazzo Alessi a Paternò. Nonostante la stanchezza, le notti in bianco trascorse su una sedia e la forte preoccupazione per il futuro, gli ex dipendenti non hanno alcuna intenzione di mollare e sono intanto riusciti a fare un piccolo passavanti. Secondo una telefonata intercorsa tra il neo governatore Nello Musumeci e il sindaco di Paternò, Nino Naso, la Regione si sarebbe già resa disponibile per un incontro che coinvolga gli attori coinvolti nella delicata vertenza. L’obiettivo è infatti ottenere risposte concrete da parte delle istituzioni, e la riapertura alla Regione e al Mise di un tavolo tecnico finalizzato su due diversi fronti: quello di un’eventuale proroga degli ammortizzatori sociali in scadenza il prossimo 6 dicembre, e infine sull’avvio di un’interlocuzione con soggetti interessati ad investire alla Netith, la nuova società nata a Paternò – in seguito al fallimento del Qè – proprio con lo scopo di ricollocare gli ex lavoratori licenziati.

Le possibilità che le commesse Inps e Inail possano tornare sul territorio non sarebbero tuttavia molte. Già all’epoca della grave crisi aziendale in cui era sprofondata l’ex azienda Qè, le due importanti commesse, su iniziativa di Transcom, erano state dirottate verso altre realtà imprenditoriali. Ma al di là di questo, le speranze non devono affatto ritenersi perdute. La soluzione potrebbe inquadrarsi nell’individuazione di nuovi asset interessati a confluire nel territorio. Al momento alla Netith, vengono lavorate in modalità out bound le commesse Enel e Fast web. L’attivazione in futuro di nuovi servizi in bound potrebbe rappresentare un’ulteriore opportunità di crescita per il nuovo call center di contrada Tre Fontane, fortemente voluto dall’imprenditore Franz Di Bella, che conta già circa 100 ex lavoratori.

Gli ex dipendenti in questi estenuanti giorni – al di là della ghiotta occasione di passerella in cui si è inevitabilmente trasformato il loro presidio di protesta – hanno ricevuto numerose sincere attestazioni di solidarietà e affetto dal mondo delle istituzioni e della politica. Questa settimana, sono anche state diverse le interrogazioni parlamentari presentate dai deputati alla Camera e al Senato. Dall’onorevole Giovanni Burtone, a quella del M5S presentata a palazzo Madama da Mario Michele Giarrusso, Nunzia Catalfo, Ornella Bertorotta e Sergio Puglia. Si è già svolta inoltre un’importante seduta al Consiglio comunale di Paternò conclusasi con l’approvazione all’unanimità del dispositivo in cui si chiede l’attivazione di forme di sostegno al reddito per i lavoratori e la riapertura di un tavolo tecnico al Mise per riavere volumi di lavoro da far confluire nel territorio.

È questo al momento il triste epilogo della deriva aziendale dell’ex azienda Qè, e di un fallimento che qualche tempo fa, come è noto, si è più concretamente tradotto negli oltre 6 milioni di euro di evasione fiscale e nell’arresto emesso l’1 giugno scorso nei confronti dell’ex amministratore della società. Adesso, la loro battaglia prosegue. A fianco dei lavoratori ci sono sempre i sindacati Cisl e Cgil.

 


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