ACIREALE – Lo stabilimento più famoso della Sicilia Orientale anni ’80, quello delle acque Pozzillo, icona siciliana menzionata in tv e nel cinema, fino al fallimento. Poi la denuncia: “ Lo stabilimento abbandonato a se stesso, è una bomba d’amianto”. Il consigliere delegato Rito Greco, già nel 2010, percependo che l’area in totale stato di abbandono era esposta a vari rischi, lanciò l’allarme.
Dopo 7 anni, la svolta. Agli inizi di marzo 2017, la Guardia di Finanza, su disposizione dell’Autorità giudiziaria, aveva rimosso temporaneamente i sigilli ai capannoni, per consentire alla ditta incaricata dal Comune di Acireale di eseguire lo studio propedeutico all’intervento di rimozione. Come spiegato in occasione del primo sopralluogo all’interno dello stabilimento da Maurizio D’Angelo, geologo e tecnico senior della ditta, i materiali da rimuovere sono stati classificati e l’area è stata suddivisa nelle zone più o meno critiche con l’assegnazione della priorità in modo da ottimizzare nei tempi e nei modi l’intervento. Conclusa la mappatura dell’area, ieri sera, a Pozzillo, sono stati resi noti alla stampa, i primi dati: “ Lo stato di degrado del materiale amiatifero è notevole, – ha detto il il geologo Maurizio D’Angelo – tuttavia non è stato riscontrato rischio di presenza di fibre aero disperse nell’area circostante fermo restando l’alto grado d’allarme all’interno dello stabilimento”.