Catania – Poteva il Sacello agatino rimanere immune da regolamenti? Pare proprio di no. Anche perché, con la nascita del Comitato per la Festa di Sant’Agata presieduto da Francesco Marano, la volontà di non lasciare nulla, ma proprio nulla, degli aspetti connessi ai festeggiamenti fuori da qualche codificazione c’è tutta. L’ultimo articolato in ordine di tempo riguarda proprio le operazione di apertura della stanzetta in cui riposano i resti mortali della martire catanese, il cuore del culto. Non che finora non ci sia stata una gerarchia a presiedere le operazioni che danno il via a tutta la macchina dell’evento, tutt’altro. I tempi evidentemente richiedono qualcosa in più, anche formalmente.
In fondo, anche sotto il profilo simbolico, è proprio lì che l’intesa tutta agatina tra Chiesa e Comune si manifesta in tutta la sua portata identitaria. Le due chiavi, assecondando una lunga tradizione, sono nella disponibilità delle sole due autorità. E in mancanza di uno dei due grimaldelli, la porta del Sacello non può essere aperta. Un espediente che sa di magia, ma anche di concretezza storica. Tant’è che andando oltre ai giorni di febbraio e agosto, ogni altra apertura – magari per mostrare il busto della santa al Papa o al presidente della Repubblica – deve avvenire “di comune accordo”.
Le operazione di apertura devono essere effettuate esclusivamente dal Maestro del Fercolo. Il regolamento stabilisce con precisione chi sono coloro che possono assistere, da dietro il cancello in ferro della Cappella, alle manovre. Nessun intruso è previsto, nessun raccomandato o furbetto. Ecco le figure autorizzate: il presidente e i componenti del Comitato per la Festa, nonché il presidente onorario; i responsabili, nominati dal Maestro, in base alle operazioni da effettuare; gli orafi che curano la pulizia del busto, dello scrigno e delle reliquie. Ne ha diritto, anche il responsabile diocesano per i beni culturali e arte sacra dell’Arcidiocesi. L’intervento di altre persone dovrà essere motivatamente autorizzato dall’arcivescovo, dal sindaco o dal procuratore della Cattedrale.
Un postilla del nuovo regolamento è destinata nello specifico anche agli orafi chiamati alla manutenzione del busto e dello scrigno. La designazione deve avvenire di concerto tra il procuratore della Basilica agatina e il presidente del Comitato. Un incarico da rinnovare annualmente e da esercitare a titolo gratuito.