CATANIA – “Ha perso l’Italia un’occasione per cambiare”. Commenta così, Luca Sammartino, il risultato del voto referendario che, con uno scarto di venti punti percentuali, che in Sicilia diventano trenta, ha visto prevalere il no dell’”accozzaglia” al renziano “si”. “Evidentemente, in molti hanno manifestato malessere nei confronti di parte della politica italiana” – continua il deputato regionale del Pd che sottolinea due grandi dati incontrovertibili emersi dal voto di domenica: la grande affluenza e la grande partecipazione, “segnale che le persone sono tornate a votare” – dice, e il grande risultato del Movimento 5 Stelle “che ha saputo – evidenzia Sammartino – interpretare il malessere dei cittadini, in particolare di quelli meridionali”.
Parla di “nuova fase politica del paese”, il deputato campione di consensi nel 2013, ma ribadisce la forza di Renzi, resa evidente proprio dal voto al referendum. “Matteo Renzi era solo contro tutti – dichiara l’esponente democratico. Il risultato del 41 per cento a livello nazionale, conferma la leadership del premier”. Questo non significa che il fronte del sì non sia stato sconfitto. Particolarmente in Sicilia. “Quello siciliano è un dato imbarazzante – ammette Sammartino – e deve fare riflettere i governi locali a ogni livello, a cominciare da quello regionale. Noi abbiamo voluto convintamente metterci la faccia – prosegue – perché crediamo che la riforma costituzionale serva e che occorra un cambiamento nel nostro Paese. E il 30 per cento che abbiamo raggiunto – sottolinea – è il frutto di duro lavoro e di grande passione tra i comitati e la gente”.
Un voto di rabbia, quello che ha caratterizzato il referendum, stando a Sammartino, non dovuto a errori di comunicazione ma al sentimento generale verso la classe dirigente e la politica tout cour. Un dato da cui ripartire immediatamente. “Alle prossime elezioni – afferma – dimostreremo che il cambiamento è ancora possibile, a partire dalla scelta della classe dirigente. Siamo di fronte a un nuovo scenario politico a livello nazionale, a un momento che potrebbe aprire le porte a una nuova fase del Paese”.
Sul prossimo futuro, però, e su quello che accadrà in seno al Pd, in Sicilia e a Catania però Sammartino non si sbilancia: “Attendiamo la direzione nazionale – conclude – e vedremo cosa dirà il segretario. Da qui ripartiremo per rilanciare il partito, che non potrà più essere quello di ieri. Continueremo a lavorare per la gente e tra la gente, come abbiamo fatto sin dal primo giorno”.