Le mani della mafia sui rifiuti |Il boss rompe il silenzio - Live Sicilia

Le mani della mafia sui rifiuti |Il boss rompe il silenzio

A marzo sarà sentito Roberto Russo, l'imputato principale del processo Nuova Ionia è considerato al vertice del clan Cintorino.

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CATANIA – Udienza clou il prossimo 7 marzo del processo scaturito dall’operazione antimafia “Nuova Ionia”, con cui la Dda di Catania nel 2013 ha svelato inquietanti e profonde infiltrazioni mafiose nella gestione dei rifiuti in 14 comuni dell’area ionico etnea. A salire sul banco dei testimoni sarà infatti Roberto Russo, ritenuto dagli inquirenti esponente di spicco del clan Cintorino, operante principalmente tra Calatabiano ed i comuni della fascia ionica del messinese. L’imputato, che ha deciso di sottoporsi ad esame insieme a Gaetano La Spina, ex dipendente della discarica Sicilia Ambiente, è considerato il vero deus ex machina dell’Aimeri Ambiente, la ditta che gestiva il servizio di igiene urbana. Con lui si interfacciavano tutti gli amministratori pubblici. Gli altri imputati, tra cui l’ex direttore dell’Aimeri Alfio Agrifoglio e l’ex dipendente della discarica Sicilia Ambiente, Roberto Palumbo, hanno deciso di rilasciare solo dichiarazioni spontanee.

Nel corso dell’ultima udienza, intanto, è stato sentito Santo Cristaldi, ultimo testimone dell’accusa, condannato per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti in un procedimento connesso. Il pubblico ministero Alessandro La Rosa aveva rinunciato al teste ma il collegio difensivo ha insistito nel sentire l’uomo, finito in manette nel luglio del 2009 poiché trovato in possesso di due chili di ecstasy. Il maxi trasporto di droga era stato individuato grazie alle intercettazioni disposte proprio nell’ambito del procedimento Nuova Ionia. Assistito dal proprio difensore di fiducia, Belinda Zisa, Cristaldi, incalzato dalle domande di Salvatore Pappalardo, legale di Roberto Russo, ha dichiarato di aver acquistato autonomamente la partita di droga, grazie ad un prestito di circa 20mila euro ottenuto in banca. Il teste, però, è giunto sorprendentemente in aula munito di documentazione bancaria, circostanza evidenziata dal presidente della terza sezione penale Maria Pia Urso, che non lo ha autorizzato ad usare gli incartamenti. Il pubblico ministero, durante il contro esame, ha evidenziato, ottenendo conferma dal teste, come Cristaldi abbia più volte consegnato somme di denaro a Salvatore Tancona, ritenuto esponente di spicco del clan Cintorino. L’uomo in aula ha detto di averlo fatto per aiutare un amico in difficoltà poiché detenuto agli arresti domiciliari.


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