CATANIA – Lontani dagli obiettivi fissati per legge di raccolta differenziata. I Comuni della Città metropolitana di Catania, o almeno la stragrande maggioranza, sono distanti – anche anni luce – da quel 65 per cento di raccolta differenziata fissato dal legislatore. Alcuni, molti, non arrivano quasi alla doppia cifra, fermi anche a sistemi ormai riconosciuti come non utili ad aumentare la raccolta, come quello dei cassonetti stradali di prossimità che, come nel caso della città etnea, resta ancora il sistema vigente, nonostante la sperimentazione del sistema porta a porta avviata in alcune porzioni di città. Il presidente Crocetta con Ordinanza di giugno, concordata col Ministero, aveva imposto ai Comuni siciliani l’avvio di ogni azione utile per l’aumento delle bassissime percentuali di raccolta differenziata.
Questo il motivo per cui il responsabile dell’Ufficio Speciale regionale per la Raccolta Differenziata, ha programmato una serie di attività e decine di riunioni sul territorio: un pressante tour per la Sicilia in cui Salvo Cocina, responsabile dell’Ufficio speciale, incontrerà un migliaio di amministratori e di tecnici delle 390 amministrazioni comunali, dei 27 ATO, delle 18 SRR, delle 9 ex province e dei 9 UREGA. Ieri la tappa catanese, dopo Ragusa e Siracusa: Cocina ha convocato sindaci e responsabili degli uffici, nella sede di Catania della Presidenza della Regione, per verificare le azioni fatte dai Comuni e coordinare azioni amministrative e tecniche e di comunicazione per aumentare le percentuali di raccolta differenziata, offrendo il supporto dell’Ufficio. L’organismo creato appositamente dal presidente Crocetta per sollevare la Sicilia dal baratro dentro cui stava cadendo questa estate, in piena emergenza di rifiuti, ha tra i compiti, infatti, quello di monitorare le azioni svolte dai Comuni e dalle SRR, di supportate le amministrazioni comunali per la corretta impostazione dei provvedimenti per la piena attuazione degli obiettivi di incremento della raccolta differenziata nonché le proposte di provvedimenti attuativi e correttivi per il raggiungimento degli obiettivi.
“E’ un traguardo che i Comuni devono raggiungere a prescindere dal tipo di appalto che hanno – spiega Cocina – redigendo un proprio piano di attività e non lasciando nulla di intentato. Bisogna cambiare pagina subito – incalza: “avere un appalto che non permette di raggiungere le percentuali previste per legge equivale a non averlo”. “Ritengo che, d’ora in poi, non si possano più concepire contratti in corso o in proroga o in rinnovo che non permettono di raggiungere gli obiettivi fissati dalla legge” – continua il responsabile dell’Ufficio speciale, che invita i Comuni e i sindaci a cambiare pagina per applicare nei fatti quella rivoluzione culturale ancora lontana dalla prassi degli uffici ma più vicina alle coscienze della cittadinanza ed alla tutela della salute e dell’ambiente .
Proprio a Catania, da mesi, è stato prorogato – e ben due volte – il contratto al raggruppamento di imprese Ipi – Oikos, non solo ampiamente scaduto, ma considerato non adatto alle esigenze della città, non prevedendo la raccolta porta a porta, anche dall’attuale amministrazione. Cocina ha invitato i comuni a fare la propria parte, come previsto dalla legge, e farlo anche di fronte alle mancanze di chi, come ad esempio la Srr, società fra i comuni per la gestione dei rifiuti, dovrebbe realizzare gli impianti per trattare i rifiuti – evitando così che questi finiscano nella “costosa” e non più ammissibile, discarica; per questo ha offerto tutta la collaborazione del proprio Ufficio
Le lungaggini nello svolgimento delle gare di appalto dell’UREGA, in media un anno e la carenza degli impianti per il trattamento dei rifiuti sono alcune delle maggiori problematiche esposte dai primi cittadini o loro assessori o dirigenti collaboratori, presenti all’incontro, che hanno evidenziato come, di fronte a percentuali anche elevate di raccolta differenziata, non si riesca a conferire l’umido se non in discarica. L’Ufficio Speciale si è fatto carico di rappresentare al Presidente ed Dipartimento Regionale Rifiuti tali gravi carenze sollevate dai Comuni.
Nella prima parte della riunione a Palazzo Esa, al centro della discussione, è stata la raccolta del vetro – la cui media siciliana non supera i sette chili per abitante, di fronte ai 40 del Lazio – che dovrà essere raccolto separatamente entro il 31 dicembre 2016. L’Ufficio Speciale ha infatti chiamato i vertici del consorzio COREVE che hanno messo in campo notevoli finanziamenti ai Comuni per facilitare la raccolta del vetro e la comunicazione e che hanno ascoltato le problematiche dei Comuni e affrontato il tema dei costi sostenuti dagli stessi per il servizio di selezione del vetro e le diseconomie determinate da criticità nel circuito di raccolta. L’Ufficio speciale monitorerà i comuni e li incalzerà in modo che presentino i progetti per utilizzare i finanziamenti e nelle prossime settimane farà il punto anche su plastica e carta. Pomeriggio la prossima tappa ad Acireale per una analoga riunione con i Comuni della SRR Catania provincia nord.