CATANIA. Oda: settantaquattro formatori a rischio licenziamento. “Avete calpestato il nostro contratto e il nostro futuro”, si legge in uno degli striscioni che i lavoratori dell’Oda espongono durante il primo dei presidi che si svolgeranno nell’arco della settimana. I formatori scioperano contro i settantaquattro licenziamenti annunciati loro da una missiva del presidente dell’Ente, Monsignore Alfio Russo. “L’undici maggio ci è stato comunicato dal presidente dell’Oda, Monsignore Russo, che tutto il personale della formazione professionale dell’Oda era messo in mobilità e il 31 luglio licenziato”, spiega una delle lavoratrici. Eppure, si tratta di uomini e donne che lavorano all’Oda da decine di anni e che continuano diligentemente a svolgere il proprio dovere pur non percependo lo stipendio da otto mesi. La decisione del presidente nasce dal fatto che “l’assessorato regionale il 31 luglio non avrà una programmazione per il prossimo anno e ci sono altre possibilità di finanziamento per il personale”. “Di conseguenza saremo tutti licenziati”, spiegano i dipendenti si occupano della formazione di persone disabili, ragazzi e disoccupati.
I lavoratori lamentano l’assenza di un’interlocuzione sia con i vertici dell’Ente sia con l’assessorato regionale. “Non c’è stata nessuna interlocuzione né con la Regione, né con il presidente Russo che ha inviato una missiva ai sindacati; abbiamo chiesto un incontro, ma c’è stato comunicato che non esistono alternative al licenziamento”, spiega una dipendente che ribadisce l’intento dello sciopero: “la revoca della procedura di mobilità ritenuta illegittima e il pagamento delle spettanze dovute”. I lavoratori, infatti, vorrebbero avanzare proposte alternative ai licenziamenti. Ad esempio “l’aspettativa” in attesa che venga stilata una qualche forma di programmazione delle attività per evitare di restare definitivamente fuori se questa venisse prodotta dopo il 31 luglio. I dipendenti, inoltre, chiedono alla Regione “di attivarsi affinché i corsi siano ripristinati” e all’Arcivescovo Mosignor Gristina di intervenire.