CATANIA. Renzi in città: come cambia il Pd. Il premier rottama il protocollo istituzionale e apre la giornata con un cinguettio dei suoi: “Non resterò chiuso nei palazzi”. E’ già a Catania, dove dà vita a un tour che dice tanto: nessun incontro istituzionale con i sindacati, le tappe alla 3Sun, alla Condorelli di Belpasso e al Tim Working Capital Accelleretor, infine un breve passaggio al Comune. Veloce come un tweet. Il segretario e teorico del “Pd dei sindaci”, insomma, non si limita a cambiare le liturgie ma il blocco sociale di riferimento del più grande partito della sinistra italiana. Alla zona industriale si ferma a discutere con i lavoratori Fiom (rigorosamente sa solo e senza mediazioni tradizionali), che incrocia quando è diretto alla 3Sun, certo, ma gli incontri che contano sono quelli che tiene con gli ospiti del Tim Working Capital: da Confindustria a Domenico Ciancio Sanfilippo. Renzi arriverà da solo. Fuori dal centro ci sono i suoi: il segretario provinciale democratico Enzo Napoli e quello regionale. Fausto Raciti dà una spiegazione di quella che gli osservatori considerano una macroscopica trasformazione che parte dalle liturgie, ma arriva a toccare punti fermi come il blocco sociale di riferimento. “Siamo in Sicilia, cioè in una realtà, dove non c’è una grande tradizione produttiva. Il fatto di venire a dare un segno in una regione dove il pubblico è sempre stato ipertrofico e il privato molto più debole, e farlo partendo dalle aziende, cioè sottolineando la necessità di un’azione che consenta al settore privato di svilupparsi, a me sembra un fatto positivo e non incoerente con il blocco sociale a cui il Pd, almeno in questa regione, si dovrebbe rivolgere”.
Ad attendere il segretario premier c’è pure il deputato democratico Giovanni Burtone che commenta una visita sicuramente poco istituzionale. “In pieno stile renziano”, dice l’onorevole. “In questo momento l’obiettivo del Presidente è quello di incontrare le aziende e le istituzioni locali. “E’ giusto che poi ci siano opportunità per gli incontri con partiti e sindacati”. Sulla volontà di “stare fuori dai palazzi”, Burtone dice che il premier “vuole stare il più possibile tra la gente nei luoghi, dove si lavora e si produce, è un modo per pensare in modo ottimista”. Qualcosa di ben più radicato del protocollo sta cambiando. In fondo lo slogan del nuovo partito democratico a guida renziana è “il Pd Cambia, cambia il Pd”. Rapido, immediato e poco approfondito come un tweet. Probabilmente il cambiamento avviato sarà molto più profondo di quello che si possa immaginare.