Centro storico, scatta |la "rivolta" dei residenti - Live Sicilia

Centro storico, scatta |la “rivolta” dei residenti

Volgarità, degrado, nessuna attività culturale degna di questo nome, tra gli aspetti negativi segnalati dall'associazione Centro storico, nel corso di un incontro a Palazzo della Cultura. D'Agata: "Stiamo ripristinando il concetto  di legalità".

 

CATANIA – Pronti a fare fioccare le denunce se le cose non dovessero cambiare. Potrebbe essere battezzato la “rivolta dei residenti del centro storico”, l’incontro di venerdì mattina, al Palazzo della Cultura. Un momento organizzato dai rappresentanti dell’associazione Centro storico che, oltre a fare il punto delle difficoltà di chi è costretto a convivere con quella che una volta veniva definita “movida”, ha lanciato una sorta di ultimatum all’amministrazione comunale. L’associazione, nata nel 2004 come comitato spontaneo per fare rete in difesa del centro storico e tutelare il  patromonio della città, ha infatti chiamato a raccolta gli amministratori con lo scopo di metterli con le spalle al muro, pretendendo risposte concrete contro il dilagante degrado di una delle zone più belle di Catania, costretta a piegarsi alle regole – o meglio all’assenza di queste – della cosiddetta movida che, da quasi 10 anni, però, rappresenta più un problema che una risorsa. “Negli anni – spiega Daniela Catalano, presidente dell’associazione – abbiamo svolto una battaglia di resistenza contro la sfigurazione del centro storico, in difesa dei palazzi deturpati dalle tende sulle facciate storiche, a favore della legalità e per chiedere alle varie amministrazioni che si sono succedute, una valida alternativa per fermare la caduta libera della movida catenese”.

Volgarità, degrado, nessuna attività culturale degna di questo nome, tra gli aspetti negativi segnalati dall’associazione, che punta il dito contro l’eccessiva tolleranza verso comportamenti e pratiche, di esercenti come di utenti, “che aggrediscono il centro”, afferma ancora la Catalano, e verso le quali non sì è mai verificato quel giro di vite che i residenti chiedono da anni ma che, nonostante le promesse, non si è ancora verificato. Chiedono interventi non solo per tutelare la vivibilità dell’area, ma soprattutto per tutelare il  patrimonio storico e architettonico del centro città, “sacrificato”, a dire dell’associazione, senza evidenti vantaggi per la comunità. “Al contrario – prosegue Nino Ferlito, anche lui membro dell’associazione- noi paghiamo le tasse ma non riceviamo nulla in cambio se non l’impossibilità di dormire e di entrare in casa, la possibilità di trovare le nostre auto danneggiate o avere spacciatori sotto il balcone. E senza che nessuno -incalza – faccia nulla per contrastare un simile degrado”.

“Quella portata avanti dall’associazione è una battaglia che condivido prima di tutto da cittadino -risponde Orazio Licandro, assessore alla Cultura del Comune di Catania – di una città che, in questi anni, ha fatto passi indietro impressionanti. Anche dal punto di vista della civiltà. Un aspetto che al centro storico è maggiormente evidente – prosegue – ma che riguarda tutta la città”. Licandro ammette l’esistenza di un “problema” centro storico, ma evidenzia il tentativo dell’amministrazione Bianco di rilanciare le notti cittadine, almeno a livello culturale. Ma è un altro aspetto contestato dai residenti: l’assenza di programmazione e, soprattutto, di sanzioni per chi, quotidianamente, se ne infischia di quelle poche norme che dovrebbero regolamentare la “movida”.

Quelle relative al decoro – i residenti chiedono a gran voce il regolamento sui dehors, per evitare la “tendopoli” che arreda le facciate storiche dei palazzi – all’occupazione di suolo pubblico, alle emissioni sonore e a alla vendita di alcolici. Inoltre, i rappresentanti dell’associazione chiedono maggiori controli all’esterno degli esercizi. “Quella che abbiamo ereditato è una situazione gravissima – ammette l’assessore alla Legalità, Saro D’Agata. Dobbiamo capire come muoverci e come contrastare efficacemente l’illegalità diffusa, riprostinando il concetto di legalità. Stiamo intervenendo piano piano – prosegue -contro l’eccessivo permessivismo, e con i colleghi di Giunta abbiamo stabilito alcune priorità”. D’Agata non nasconde l’esistenza del problema, tutt’altro, e assicura il massimo impegno nell’aumento dei controlli da parte dei Vigili urbani che, da parte loro, effettuano azioni mirate per contrastare il degrado, ma sono limitati dall’esiguo numero, oltre che dalle caratteristiche della movida che non agevolano. “La polizia commerciale effettua numerosi controlli – spiega Francesco Caccamo, commissario del reparto Annona- ma non è semplice intervenire in un’area ad altissima concentrazione di locali e di persone”.

Una consapevolezza anche dell’associazione centro storico che, ìnfatti, chiede il blocco delle licenze e di non rinnovare quelle in scadenza al 31 dicembre. “In campagna elettorale ci avevano assicurato un’inversione di tendenza – afferma ancora Ferlito- ma ancora non abbiamo visto nulla. Chiediamo invece azioni concrete – sottolinea -come quella di non prorogare le concessioni in scadenza, spesso rilasciate senza il parere dei vigili del fuoco o in contrasto con il codice della strada”.

Impegni che l’amministrazione ha preso anche con l’assessore alle Attività produttive, Angela Mazzola. “Il problema non è solo del centro – dice – ma di tutta la città. Quello che viviamo è inquietante – prosegue – ed è difficile risolvere tutto nell”immediato, ma presto interverremo con nuove regole”. A cominciare dalle linee guida che dovrebbero anticipare il regolamento sui dehors ma, soprattutto, intervenendo sulle licenze. “Dal primo gennaio- conclude – non verranno prorogate le licenze se non nei confronti di chi è conforme alla legge. Riguardo il suolo pubblico – afferma infine – le autorizzazioni su sede stradale non saranno più concesse”.

 

 

 

 


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