Diatriba tra Giarre e Riposto |La madre: "Abbandonati" - Live Sicilia

Diatriba tra Giarre e Riposto |La madre: “Abbandonati”

Dal 2010 tra i comuni di Giarre e Riposto è aperto un contenzioso per le spese di assistenza di un giovane disabile. “La cosa che fa più male è proprio l’insensibilità mostrata dai due enti”, dice la mamma del ragazzo.

Assistenza a uno studente disabile
di
4 min di lettura

La scuola media che frequenta Gaetano

RIPOSTO – Non si è ancora conclusa la lunga vicenda giudiziaria che vede coinvolti Leonardo e Patrizia Lo Turco, da due anni in lotta per vedere riconosciuti i diritti del figlio Gaetano, affetto dalla nascita da una grave disabilità. Da quando nel dicembre 2010 i coniugi, residenti nel comune di Riposto, hanno deciso di iscrivere il figlio all’istituto scolastico “Macherione” di Giarre, una struttura da anni attenta alle esigenze degli alunni disabili, è iniziato un vero e proprio calvario.

Gaetano, che oggi frequenta la terza media, necessita infatti durante le ore scolastiche di un assistente igienico personale che lo aiuti in tutte le necessità primarie. I genitori così hanno chiesto un contributo economico, una somma pari a duemila euro l’anno, che spetta loro di diritto. Il comune di Riposto, dove risiede il disabile, all’epoca negò il contributo sostenendo che spettava a Giarre, comune dove l’alunno frequenta la scuola. Secondo il comune di Giarre, invece, delle spese per l’assistenza avrebbe dovuto farsi carico Riposto.

E così stretti in questa incredibile diatriba tra comuni i coniugi Lo Turco si sono rivolti al Tar che ha condannato il comune di Giarre al pagamento delle spese per l’assistenza del giovane disabile. Una sentenza confermata successivamente anche dal Cga. Il capitolo sembrava chiuso ma il comune ionico ha deciso nei giorni scorsi di presentare ricorso in cassazione. Una scelta che ha dell’incredibile per i genitori del ragazzo.

“Quando abbiamo iscritto nostro figlio alla prima media – racconta a LiveSiciliaCatania Patrizia Lo Turco – siamo stati costretti a pagare di tasca nostra, per i primi due mesi, l’assistente igienico personale, una figura necessaria senza la quale Gaetano non può frequentare la scuola. Speravamo che nel frattempo i comuni di Giarre e Riposto riuscissero a mettersi d’accordo. Purtroppo non è successo. A quel punto abbiamo deciso di fare ricorso al Tar, che ha condannato il comune di Giarre. Anche il Cga – prosegue la donna – ha confermato la sentenza e adesso il comune ha presentato ricorso in cassazione, costringendoci ancora una volta a prendere un avvocato per seguire la pratica”.

Secondo la mamma di Gaetano entrambi i comuni in questa vicenda hanno mostrato mancanza di sensibilità. “La cosa che fa più male è proprio l’insensibilità mostrata dai due enti – continua Patrizia Lo Turco – Se si rendessero conto di quanti sacrifici affrontiamo e se toccassero questa realtà con mano, lo capirebbero. Per noi non è un capriccio, chi non vive questa situazione non lo può capire. E loro che sono i sindaci e dovrebbero essere i primi a sostenerci ci hanno voltato entrambi le spalle, rimanendo arroccati sulle loro posizioni”.

Secondo il primo cittadino di Riposto, Carmelo Spitaleri, è il comune di Giarre ad aver mostrato in questa vicenda poca sensibilità. “Due sentenze hanno già riconosciuto le nostre motivazioni – dice il sindaco Spitaleri – Penso che sia poco opportuno e manifesta una certa mancanza di sensibilità da parte del comune di Giarre, ricorrere in cassazione quando già due sentenze sono state favorevoli alla famiglia Lo Turco. Giarre si oppone per motivi giurisdizionali e non di merito. Mi spiace molto – prosegue il primo cittadino – per la famiglia Lo Turco, che conosco da tanti anni, ma penso che ancora una volta si dimostra che le istituzioni a volte non riescono a ragionare con il cuore”.

Ma il sindaco di Giarre Teresa Sodano respinge le accuse di insensibilità. “Non è in discussione il servizio di assistenza al ragazzo – spiega il sindaco di Giarre – tant’è che è stato assicurato e sarà assicurato. Il problema è il rapporto tra gli enti. Il nostro legale è convinto che queste due sentenze abbiano fatto riferimento ad una normativa degli anni ’80, ormai abbondantemente superata, e che le spese vadano sostenute dal comune di residenza. Per questo abbiamo deciso di proseguire ma solo nell’ottica di definire i rapporti tra i due comuni. E’ importante – conclude Teresa Sodano – mettere un punto fermo anche per eventuali successivi casi del genere che potrebbero verificarsi”.

Sembra un paradosso che mentre si discute di liberi consorzi tra comuni, i due enti, separati fisicamente solo da una linea ferroviaria, non siano riusciti a risolvere pacificamente la controversia, trascinando in questa contesa una famiglia alle prese già con mille difficoltà.

 

 

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI