CATANIA. Un progetto già presentato, d’intesa con il Comune di Catania (in project financing), un’area già destinata e un presidente, Nino Pulvirenti, determinato a completare l’opera di modernizzazione della sua società. Il Calcio Catania non pensa in grande solo con i risultati conseguiti quest’anno sul campo, ma prepara il terreno per un futuro ancor più roseo che passa necessariamente dalla costruzione del nuovo stadio di proprietà del club. Insomma, è tutto pronto per la realizzazione della nuova casa del Catania, che andrebbe ad accostare lo straordinario quartier generale di Torre del Grifo che ha già portato i suoi benefici al sodalizio rossoazzurro. L’amministrazione comunale etnea, peraltro, ha già sposato da tempo il progetto con il sindaco Stancanelli, entusiasta e secondo sostenitore, dopo Pulvirenti, dell’opera. Anche perché il nuovo stadio andrebbe a sorgere all’interno del Centro Direzionale nuovo di zecca che ospiterà gli uffici comunali, una megastruttura che inoltre prevederà all’esterno un’immensa area verde che diventerebbe la più grande della città. Lo ha ribadito a LivesiciliaCatania lo stesso presidente Pulvirenti, dopo avere a lungo presentato il progetto a Telecolor, dutante la trasmissione condotta da Angelo Patanè, Corner.
Cosa manca allora? E’ arcinoto: manca la legge nazionale sugli stadi. Manca una normativa idonea che consenta finalmente alle società calcistiche di realizzare impianti moderni ed efficienti, dotati di confort ma soprattutto all’avanguardia. Uno stadio ex novo è difatti una struttura invasiva per la città: ecco perché una legge ad hoc diventa un requisito fondamentale per procedere con i lavori, in assenza della quale sarebbe un grosso rischio per la società etnea. Si consideri, infatti, ciò che è accaduto a Cagliari non più di un mese fa, conseguentemente alla costruzione dell’Is Arenas di Quartu Sant’Elena (gli arresti del presidente Cellino, del sindaco di Quartu e di altri amministratori, n.d.r.). La Sicilia, però, è una Regione a statuto speciale: ciò significa che una strada alternativa – ma comunque ancora tutta da verificare – potrebbe essere rappresentata da una “deroga” concessa alla società Calcio Catania dal governo regionale, qualora appunto possa intervenire sulla questione nuovo stadio bypassando la legge nazionale.
Lo ha ribadito lo stesso presidente rossazzurro Nino Pulvirenti: “Siamo anni luce indietro rispetto alle altre nazioni europee, alcune delle quali calcisticamente di secondo piano. Da noi in Italia gli stadi non sono a misura di tifoso.” Il numero uno etneo è poi entrato nel dettaglio del progetto nuovo stadio, punto di partenza per il Catania che verrà: “Sarà un impianto che vivrà sette giorni su sette, non soltanto la domenica in occasione delle partite. Sorgeranno gli uffici comunali tutt’intorno, un parco a misura di cittadino e sarà uno stadio esclusivamente per il calcio. Diversamente dal Massimino via la pista d’atletica, nessuna barriera architettonica tra campo e tribune, stadio interamente coperto con una capienza di 32-33 mila posti. Ritengo sia una capienza idonea per una città come Catania e per la Sicilia del calcio che vuol essere protagonista ai massimi livelli nel prossimo futuro. Se da qui a breve tempo la legge sugli stadi diventerà realtà, confido che in 2-3 anni al massimo il nuovo stadio possa essere pronto.”
A quanto ammontano i costi del nuovo stadio e quale sarà l’effetto sui ricavi della società? Pulvirenti ha preso spunto dallo Juventus Stadium, prendendo a modello la società bianconera del nemico/amico Agnelli junior. “Siamo già piuttosto avanti anche per quel che concerne il supporto finanziario, il costo del solo stadio, escluso il Centro Direzionale, si aggira intorno ai 60-70 milioni di euro, circa 2.500 euro per ogni posto a sedere. La Juventus ha realizzato un impianto completamente nuovo su uno già esistente, il vecchio Delle Alpi, ecco perché non ha dovuto attendere alcuna disciplina normativa. Lo Juventus Stadium è costato circa 145 milioni di euro, 20 dei quali sono stati versati dal club bianconero mentre il resto sono arrivati da progetti finanziari quali mutui, sponsorizzazioni e concessioni di ristoranti, bar e negozi all’interno dell’impianto a privati. Il Catania si muoverà allo stesso modo. Per quel che concerne i possibili ricavi derivanti da uno stadio moderno e all’avanguardia vi faccio riflettere sugli introiti dello scorso anno maturati proprio dalla Juventus, per non cambiare esempio: ben 22 milioni di euro di ricavi, ma va considerato che la Juve è una squadra sempre in lotta per lo scudetto, neo campione d’Italia.”
Il nodo Europa: Pulvirenti, infine, ha chiarito alcuni aspetti e richieste dell’Uefa, con un Catania in piena lotta per un posto in Europa League: “Il Catania ha la licenza Uefa ma il Massimino, ad oggi, non è a norma per ospitare gare internazionali. Potremmo disputare le gare interne al Friuli di Udine. Per il rinnovo, chiederemo Bologna o Modena. Si potrebbe però ancora ottenere una deroga per giocare al Massimino: occorrerebbero alcuni lavori ed accorgimenti, sul terreno di gioco ed alle strutture per i media. Gli ispettori dell’Uefa hanno già visitato il Massimino e chiarito nel dettaglio quali interventi andrebbero effettuati”.