CATANIA. Il segretario provinciale del Partito Democratico, Luca Spataro, ha rassegnato le dimissioni dalla guida del partito. Al termine di una direzione territoriale infuocata ed alla luce di una vera e propria sfiducia votata a carico dell’esecutivo provinciale, sono giunte le dimissioni “assolutamente irrevocabili”. Il segretario dimissionario si è visto bocciare il documento col quale proponeva la scelta dei candidati sindaco per le prossime amministrative attraverso il criterio delle Primarie. Documento bocciato e, di fatto, via libera alla candidatura a primo cittadino di Catania di Enzo Bianco.
Sebbene la giornata fosse cominciata con un gran sole sopra Catania, all’interno dell’enorme sala dell’hotel Principe che ospitava il direttivo provinciale del Pd, è stata tempesta. Una perturbazione che, del resto, ha accumulato potenza col passare dei giorni: sin dall’indomani della debacle elettorale legata alle Politiche. Da lì erano seguite le dimissioni dei vice-segretari e di tutta una serie di mal di pancia sbattuti in faccia a colpi di comunicati stampa.
Questa mattina, il direttivo aveva ufficialmente presentato le sue istanze attraverso un documento nel quale si proponeva a Spataro di essere affiancato da un coordinamento composto dai deputati regionali e nazionali. Tra le righe, una bocciatura dell’azione del segretario. La rottura definitiva è giunta quando lo stesso Spataro si è visto respingere la proposta di ratificare la scelta dei candidati sindaco per le prossime amministrative attraverso le Primarie da celebrarsi il prossimo 7 aprile. Un istante dopo le dimissioni. “Adesso, chi si è assunto questa responsabilità spieghi agli elettori come verrà scelto il prossimo sindaco di Catania ma anche tutti gli altri – sbotta a Livesiciliacatania, il segretario dimissionario -: non potevo restare alla guida di un partito che rifiuta le Primarie e che si chiude nelle stanze per stabilire chi debba fare il sindaco senza passare per la gente. Questa è una strada fallimentare che pagheremo a caro prezzo che si specchia su uno schema vecchio che non passa per la costituzione di un programma partecipato. Non condivido in nessun modo questo stato di cose”.
E quella del direttivo di stamane è anche la certificazione in ceralacca del passaggio della Cgil sulla sponda marchiata Enzo Bianco. Sul documento che ha portato, di fatto, a sfiduciare Spadaro si legge: “Alla luce del momento che sta attraversando il Pd si propone un candidato unico con comprovata esperienza amministrativa”. Un identikit che calza a pennello all’ex senatore e ministro degli Interni. “La nostra proposta è quella di ricompattare il partito – ci dice il deputato regionale Anthony Barbagallo -: si apre una fase nuova. Il Pd vuole una coalizione unita: tant’è che non diciamo “no” alle Primarie. Siamo pronti alle Primarie di coalizione, per questo il documento di oggi non era un documento contro Spataro”.
Intanto, le redini del partito a livello provinciale verranno tenute dai 9 deputati nazionali e regionali “attuali ed uscenti”.