La prima sezione della Corte d’appello di Palermo ha assolto gli imprenditori Francesco Zummo e Francesco Civello, storici soci di imprese edili e considerati per anni prestanome di Vito Ciancimino, l’ex sindaco del cosiddetto sacco edilizio di Palermo. La sentenza è stata emessa ieri pomeriggio, dopo tre ore di camera di consiglio.
In primo grado Zummo era stato condannato a cinque anni, con l’accusa di concorso in associazione mafiosa, e Civello assolto. La sentenza di oggi ha scagionato anche il figlio di Zummo, Ignazio, che davanti al Gup Maria Elena Gamberini, il 30 ottobre del 2006, aveva avuto tre anni, con l’accusa di favoreggiamento reale, e la moglie e le figlie del costruttore, Teresa Macaluso, Sonia Gabriella e Flora Zummo, già scagionate dal Gup. Nei confronti delle tre donne lo stesso procuratore generale Ettore Costanzo aveva chiesto l’assoluzione.
La sentenza della Corte d’appello, pronunciata col rito abbreviato, ha dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Civello e Zummo, per i fatti contestati fino al 1984, già oggetto di altri giudizi, e li ha assolti perchè i fatti non sussistono dalle altre accuse. I giudici hanno disposto anche la restituzione dei beni che il Gup aveva confiscato: le società Quadrifoglio immobiliare, Gardenia e Mec.In. Altri beni dei costruttori sono oggetto di procedimenti per l’applicazione di misure di prevenzione e dunque restano sotto sequestro.