In attesa della seduta dell’Ars di oggi pomeriggio durante la quale Lombardo dovrebbe svelare nome e cognome dei politici collusi, il governatore consegna al Corriere della Sera un’anticipazione di quanto accadrà dalle 16 a sala d’Ercole. E fa davvero i primi nomi. Incalzato dall’inviato del quotidiano milanese, Felice Cavallaro, il presidente della Regione, indagato a Catania per concorso esterno in associazione mafiosa, parla di in un’intercettazione dell’aprile del 2008 in cui il senatore Pdl, nonchè suocero dell’inviso coordinatore pidiellino Giuseppe Castiglione, Pino Firrarello annuncerebbe la “morte politica” di Lombardo “grazie ad un accordo con Berlusconi”. A finire nel mirino del governatore è, però, anche Enzo Bianco, ex ministro dell’Interno e senatore del Pd, il quale – stando alla ricostruzione fatta da Lombardo – avrebbe formato una vera e propria “coalizione” contro il governatore. E a riprova di questa tesi, Lombardo racconta i retroscena di quello che definisce “l’inciucio consociativo” maturato alla provincia di Catania, dove il candidato del centrosinistra Totò Leotta è diventato, subito dopo aver perso le elezioni, consulente del suo avversario vincitore, Giuseppe Castiglione. Parlando dell’inchiesta catanese su mafia e politica che lo vede indagato, il governatore ha, invece, fatto riferimento all’azione della sua giunta “che ha spazzato via gli interessi e gli affari dei clan e di alcuni politici.” Affari, che secondo il presidente della Regione, riguardano i settori della sanità e dei rifiuti e che sono stati “intaccati dall’azione riformatrice intrapresa dal mio governo”, ha spiegato Lombardo. Il leader dell’ Mpa cita, poi, la vicenda del termovalorizzatore che doveva essere realizzato nella zona di Paternò. Operazione da sei miliardi di euro bloccata dallo stesso Lombardo. Anche in questo caso, secondo il governatore, ci sarebbe lo zampino di Firrarello che intercettato avrebbe parlato della imminente “morte di Lombardo, che verrà fatto attaccare (ndr arrestare)”, anticipando in qualche modo l’attuale indagine a carico del presidente. Lombardo, nel corso dell’intervista al giornale di via Solferino, ha anche affrontato lo spinoso caso Armao, l’assessore ex legale della Falck, finito nel mirino di molti per il suo presunto conflitto d’interessi per la realizzazione dei termovalorizzatori nell’Isola: secondo Lombardo il conflitto d’interessi è un problema che non si pone, perchè anche Armao “ha firmato il dossier su mafia e termovalorizzatori” consegnato dalla giunta alla procura di Palermo.
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