Cominciamo all’incontrario, viah con l’H aspirata. Mi travesto da cronista fiorentino che ha appena sciacquato i panni in Arno e mi domando: come ha fatto la Fiorentina a non sapere rimontare e manco pareggiare una segnatura subita al cinquantesimo secondo di gioco pure avendo ben 100 (cento) minuti generosamente offerti dall’arbitro Gervasoni Andrea da Mantova ? Di certo quando torneranno all’ombra del Battistero una sonora c…pardon reprimenda da parte dell’industriale Della Valle quello delle scarpe- che- respirano non gliela leva nessuno ai quattordici viola che hanno solcato stasera il prato del “Cibali-Massimino”. Leziosi, rotondeggianti e panciuti come la cupola del Brunelleschi, belli come una Venere del Botticelli, ma sconclusionati come certi putti di Palazzo delle Signorie.
Pant: getto nel lavatorio di piazza Bonadies i panni fiorentini alle Streghe di Cibali, che già menan danze, e rivesto quelli di cronista giramondo di Sicilia. E chiedo: come ha fatto ‘sto Catania a segnare al minuto primo e non farsi raggiungere ?
In bilico fra queste domande c’è il gol risolutivo, la chiave di volta: l’azione più semplice e lineare, l’unica vera azione pulita in tanto fraseggio barocco. Dunque, mentre ancora i ritardatari prendevan posto in tribuna, il verticalista Izco Mariano sottrae sfera ai compassati centrocampisti fiorentini e cede a Racchiuti che Miha ha trasformato in giocatore quasi normale da serie A. Questi cincischia e riserve al verticalista che nel frattempo si è spostato in diagonale sulla destra verso il dischetto e taglia l’angolo retto dritto sulla testa di Mascara Peppe che deposita in rete. Sorprendentemente semplice e lieve, e viola paonazzi e tramortiti. Ebbene, da allora non una sola di queste triangolazioni hanno chiuso gli uomini di Prandelli Cesare, ma solo arzigogolati assalti, superbe traiettorie, velleitarie sceneggiate. E il Catania non s’impauriva.
Ovvio che la Fiorentina avrebbe potuto pure pareggiare contando specialmente su quel Jovetic Stevan che per un tratto pareva danzasse con la palla, angelo sterminatore. Ma superato lo stupore i difensori rossazzurri gli prendevan le misure, lo allontanavano dal fulcro del gioco e lui si smarriva. Né Montolivo Riccardo appariva in grado di movimentare il risultato, dettare il cambio di passo: su e giù, giù e su, metronomo ordinato ed elegante. E vorrebbero portarselo ai mondiali del Sud Africa ? Siamo proprio messi male, ragazzi. Ma ve lo ricordate un certo Baggio divin codino ? E quel tale Antognoni che scorazzava per il campo sempre a fronte alta e azzeccava col compasso lanci di quaranta metri ?
Hanno premuto i viola, indubbiamente, insistito, tramato, tessuto, ordito: intelaiatura di stoffa buona indubbiamente. Ma le profondità del Catania, il cambio passo, le invenzioni dei Martinez e Mascara si rivelavano più pericolose e velenose, ed alla fine gli statistici hanno contato più occasioni reali per i padroni di casa che per i pressanti ospiti.
Ha tenuto una difesa intelligente nonostante le amnesie di Terlizzi Christian, fondandosi soprattutto su Silvestre Matias che pareva lo Scirea della finale mondiale dell’82: nitido nel tratto, acuto nell’intercettare le manovre altrui. Ma Miha che di linee difensive se ne intende sia come balcanico che come ex difensore speciale, ha imbastito un cordone composto da piedi buoni che spezzavano le avanzate viola prima che si avvicinassero all’area di rigore. Si ricorda sì una straordinaria parata in pugno di Andujar al 91’, su volèee del solito Jovetic, ma da trenta metri. Un paio di gol falliti su mischie, ma mai una manovra limpida.
E così il Catania ha costruito la terza vittoria casalinga credendoci e pedalando, Mascara ancora il simbolo applaudito: un colpo rifinitore ed audace provocatore (ci ha provato due volte a sorprendere il francese Frey da cinquanta metri, pare che voglia dimostrare a Cassano che lui è il massimo), un altro umile terzino. Più passavano i minuti più la Fiorentina appariva sterile e vuota e cresceva la certezza di farcela: avrebbero potuto perfino raddoppiare i catanesi: e chi gliel’avrebbe raccontata ai Della Valle ?
Applausi giustissimi dei quindicimila del “Cibali” a Gilardino Alberto uscito in barella stordito dopo uno scontro con l’uscente Andujar. Lui in Sud Africa deve proprio andare.
TABELLINO
CATANIA (4-3-3): Andujar 7, Augustyn 6, Silvestre 6, Terlizzi 6, Capuano 6 (44′ pt Bellusci 6), Izco 6, Biagianti 6.5 (32′ st Delvecchio sv), Ricchiuti 6 (19′ st Carboni 6), Martinez 5.5, Maxi Lopez 6, Mascara 7. (1 Kosicky, 3 Spolli, 8 Ledesma, 15 Morimoto). All. Mihajlovic 6.
FIORENTINA (4-4-1-1): Frey 6, De Silvestri 5.5, Natali 6 (11′ st Babacar 6), Kroldrup 6, Felipe 5.5, Santana 6, Montolivo 6.5, Donadel 5.5 (16′ st Bolatti 5.5), Gobbi 6, Jovetic 6.5, Gilardino 5.5 (44′ st Llajic sv). (35 Avramov, 15 Zanetti, 25 Comotto, 39 Keirrison). All. Prandelli 6. Arbitro: Gervasoni di Mantova 6. Reti: nel pt 2′ Mascara.