Nino Lo Presti è cauto, ma deciso: “L’omicidio di Enzo per me è un segnale di mafia”.
Nino Lo Presti, avvocato, amico e vecchio compagno di partito di Enzo Fragalà, è l’uomo che piange sconsolato, come un bimbo senza abbracci, né difesa, nelle riprese televisive, nei filmati dell’ospedale Civico. Adesso parla con Livesicilia e dice come la pensa:
Mafia, dunque?
“Ci vado con prudenza, però metto insieme quello che so e ragiono. Ho parlato con tanti magistrati. Tutti concordano: può essere un segnale mafioso. Un ammonimento sanguinario all’avvocatura palermitana. Ma li prenderanno”.
Sì?
“Abbiamo le forze dell’ordine migliori a Palermo, investigatori bravissimi. Magari, prima o poi, qualche pentito parlerà. Prenderanno esecutore ed eventuale mandante”.
Perché un segnale tanto eclatante?
“Per fermare la coscienza civile di Palermo, per umiliarla, per spaventarla. Per dire: qua comandiamo noi”.
Perché proprio un avvocato, un principe del foro?
“Per avvertire gli avvocati: non immischiatevi, non preoccupatevi dei pentimenti di qualcuno, non siate anche voi il simbolo della legalità, della rinascita”.
Lei si sente un bersaglio possibile?
“Sì, ma ciò non vuol dire che non si debba andare avanti”.
Andare avanti nonostante il rischio?
“Sì, per Enzo, per noi tutti. Perché non possiamo restare impassibili o tentennare davanti a un episodio di sangue gravissimo, terribile almeno quanto le stragi”.